“Le autovetture non sono l’unica fonte d’inquinamento dell’aria, ma in città i trasporti contribuiscono per l’85 per cento al totale annuale delle emissioni di Pm10, mentre la percentuale riconducibile al riscaldamento è solo del 5 per cento”.
A ricordarlo è l’assessore all’Ambiente Alberto Unia che fa riferimento a un articolo intitolato ‘Inquinamento da particolato PM10: le sorgenti’, pubblicato sul sito dell’ Agenzia regionale per la protezione ambientale lo scorso 17 dicembre.
L’Arpa mette a confronto i dati relativi alle concentrazioni e alle emissioni del particolato raccolti dalle stazioni di monitoraggio del Lingotto e di Borgaro, rappresentative rispettivamente del contesto cittadino e dell’agglomerato (con Torino esclusa).
Dalla comparazione emerge come le concentrazioni di PM10 legate al riscaldamento stimate presso le stazioni torinesi non trovino riscontro nelle corrispondenti emissioni comunali della città di Torino.
Le emissioni da riscaldamento dei comuni dell’agglomerato rappresentano invece il 39% del totale emesso, di cui il 38% derivante da impianti a biomassa.
Al contrario, i valori di concentrazione legati al traffico trovano ugualmente riscontro nei contributi emissivi del comune di Torino e dei comuni dell’agglomerato.
La spiegazione – scrivono i tecnici dell’Arpa – è che le concentrazioni di particolato misurate nelle stazioni di Torino derivano dalla combinazione di più fenomeni, tra i quali le reazioni chimiche che avvengono nell’atmosfera e il ruolo svolto dalla circolazione atmosferica nel trasporto del particolato da un luogo a un altro.
“Le concentrazioni – conclude Unia – sono pertanto la somma delle emissioni prodotte a Torino, delle reazioni chimiche che avvengono in atmosfera tra gli inquinanti originari e del contributo dei comuni dell’agglomerato, dove il riscaldamento incide maggiormente”.