di Mauro Marras
La Città di Torino è tra i promotori della Carta Metropolitana sulla Elettromobilità, un documento sottoscritto da cinque grandi città del centro-nord e da aziende del settore, consorzi, istituzioni per “guidare la transizione dalla mobilità tradizionale a quella ad emissioni basse o nulle”. I sottoscrittori si impegnano ad attuare le misure indicate nella Carta, tenuto conto delle peculiarità di ciascun territorio e di condividere metodi e linguaggi adottati per stimolare nei cittadini un interesse verso la mobilità sostenibile; inoltre, intendono proporre a Stato e Regioni la redazione di un piano di azioni che supporti il mutamento tecnologico e culturale, stimolando la formazione di una filiera produttiva italiana.
Lo stimolo alla nascita di questa Carta è il cambio di scenario offerto dall’industria del settore, che offre la possibilità di contare su modelli di veicoli sempre più efficienti e performanti. Una nuova prospettiva che non trova un altrettanto rapido mutamento in termini di rimozione delle barriere e di misure efficaci per accompagnare la diffusione della mobilità elettrica.
La Carta identifica cinque misure che renderebbero più facile la transizione dal modello di mobilità basato sui carburanti fossili a quello fondato sui motori elettrici. Innanzitutto, occorre “offrire al consumatore valide motivazioni per il cambiamento culturale”; perché di cambiamento culturale si tratta, essendo fondato su consuetudini che devono trovare forti motivazioni per poter essere modificate. A partire da una pianificazione urbana della mobilità che elimini le inefficienze. Occorre poi “accelerare lo sviluppo di una rete di ricarica accessibile”, che tenga conto della crescita della domanda, dell’offerta di punti di ricarica e della facilità di accesso, di eventuali inventivi regionali e nazionali.
Sul fronte della mobilità condivisa, si propone di dare un forte impulso allo sharing elettrico per agire più rapidamente sulla riduzione di emissioni. Infine, si propone di “stimolare l’introduzione di mezzi elettrici nei segmenti di mobilità con maggior efficacia e praticabilità”. Ad esempio, la logistica dell’ultimo miglio – ovvero la consegna delle merci dai mercati generali al commercio al dettaglio -, il trasporto pubblico locale e le flotte aziendali, e lo sviluppo del bike sharing con bici a pedalata assistita per integrare l’offerta di mobilità urbana.
Hanno aderito alla carta le Città di Milano, Torino, Bologna, Varese e Firenze, oltre a A2A, Class, Cobat, Enel, Gruppo Nera, Itas Assicurazioni, Elettricità Futura, Asstra, Cei-Cives, Amat, Utilitalia, Camera di Commercio di Milano.