di Gianni Ferrero
A Jan Palach, martire della Primavera di Praga, è dedicato il giardino all’angolo tra le vie San Domenico e Bellezia, nel cuore del Quadrilatero romano. Nella ricorrenza del quarantacinquesimo anniversario di quel gesto estremo di protesta, messo in atto in piazza Venceslao, Palazzo Civico ha organizzato la cerimonia di intitolazione. La targa in sua memoria è stata scoperta nello spazio verde prospiciente la residenza universitaria dell’Edisu, tra le giostrine per i bimbi e il centro d’incontro della Circoscrizione. Poco più che ventunenne lo studente si diede fuoco e, come lui, nei mesi successivi, altri sette giovani si trasformarono in torce umane reclamando con tali drammatici gesti misure democratiche per il popolo cecoslovacco .
Il profilo e gli ideali di Palach, che morì due giorni dopo per le ustioni riportate, sono stati sottolineati dal consigliere comunale Maurizio Marrone e, con lui dal presidente della Circoscrizione Massimo Guerrini e dalla neopresidente di Edisu, Marta Levi, alla presenza dei consoli onorari Franco Aprile e Giuseppe Pellegrino, rispettivamente diplomatici della Repubblica Ceca e Slovacca.
Iscritto alla Facoltà di filosofia dell’Università di Praga Palach aveva assistito con interesse alla stagione riformista della Cecoslovacchia. Nel giro di pochi mesi, però, quest’esperienza fu repressa. Nel tardo pomeriggio del 16 gennaio 1969 ai piedi della scalinata del Museo Nazionale, in piazza Venceslao si cosparse il corpo di benzina e si appiccò il fuoco con un accendino. Rimase lucido durante i tre giorni di agonia. Al suo funerale, il 25 gennaio, parteciparono 600mila persone.