di Mauro Marras
Un percorso per accompagnare la scuola italiana verso nuovi modelli didattici e verso una maggiore integrazione con il territorio. Il progetto Torino fa Scuola, promosso dalla Fondazione Agnelli e dalla Compagnia di San Paolo in collaborazione con la Città di Torino, non è un semplice intervento di riqualificazione di due edifici scolastici. Come ha sottolineato il sindaco Fassino questa mattina all’Urban Center, nel corso della presentazione ufficiale, “quando si parla di scuola si deve pensare all’organizzazione della didattica, alle relazioni con il territorio, agli spazi a disposizione. Il progetto Torino fa Scuola interviene sull’hardware, l’edificio, in funzione dell’evoluzione del software, i contenuti che vogliamo dare a un nuovo modello di scuola”.
Il progetto promosso dalle due fondazioni, cui sono destinati circa 8 milioni di euro, intende superare il modello classico di “scuola trasmissiva”, basato sulle file di banchi davanti alla cattedra, per affrontare un percorso di evoluzione della didattica accompagnato da un’apertura della scuola al territorio e a una riqualificazione fisica degli spazi, in funzione delle attività che vi si svolgono.
Il percorso: analisi delle esperienze innovative che si applicano in Europa, progettazione partecipata attraverso consultazioni di ragazzi, genitori e insegnanti, concorso di progettazione destinato a giovani architetti e realizzazione delle trasformazioni fisiche di due scuole medie torinesi, la Fermi di via Genova e la Pascoli di piazza Bernini. Nell’anno scolastico 2018-19 questo progetto potrebbe essere già realtà, come ha sottolineato Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli. “Intendiamo portare lo sguardo sui possibili modelli didattici presenti tra 15-20 anni – ha continuato Gavosto – realizzando scuole sostenibili dal punto di vista ambientale ed energetico e che siano in grado di accogliere nuovi modelli di insegnamento, oltre ad aprirsi al territorio”. La scuola è vista dunque come uno spazio di socialità, aperto al quartiere e alle associazioni. La scelta è andata su due scuole diverse per età – la Pascoli di fine Ottocento, la Fermi degli anni sessanta del Novecento, epoca a cui risale circa il 40 per cento degli edifici esistenti in città – ma entrambe poste in aree a pressione demografica crescente, che difficilmente perderanno classi in futuro. “Non sarà un’astronave calata su Torino – ha concluso Gavosto – ma un insieme di innovazione e scelta partecipata da tutti”.
“Con il progetto Torino fa scuola vogliamo portare avanti un modello per la riqualificazione degli edifici scolastici da replicare in altre parti del Paese – ha sottolineato John Elkann, vicepresidente della Fondazione Agnelli – ed altri potranno seguire questo progetto. E’ un’occasione per immaginare come possano evolversi le scuole in cui ragazzi che non sono ancora nati potranno studiare. E il sindaco ha replicato che “è un ulteriore esempio del fatto che a Torino si è abituati a fare squadra, è un punto di forza della città. Un altro tassello della Torino che cambia”. “Questo progetto – ha detto il presidente della Compagnia di San Paolo Luca Remmert – conferma la nostra attenzione verso i giovani e il mondo della scuola attraverso un modello esportabile”.
“Abbiamo scelto di rivolgerci ai giovani architetti – ha affermato Piero Gastaldo, segretario generale della Compagnia di San Paolo – perché cerchiamo uno sguardo fresco nel fare architettura. La selezione sarà fatta da una commissione prestigiosa, che valuterà il grado di integrazione tra progetto pedagogico e intervento architettonico. Siamo aperti a nuove partnership pubbliche e private per progetti anche in altre parti del Paese. Investendo sulle scuole, sulla qualità degli ambienti e dell’educazione, investiamo a lungo termine per accrescere la qualità del potenziale umano delle giovani generazioni”.
Alle due scuole torinesi si aggiungerà presto una scuola di montagna, scelta sempre nella città metropolitana. Ma l’intenzione è di esportare il modello anche in altre realtà locali in tutta Italia, partendo dall’esempio torinese. Torino si conferma così città aperta alla sperimentazione e all’innovazione, modello nazionale per la costruzione di un Paese, se possibile, diverso.
La cartella stampa: Torino fa scuola – cartella stampa – 27 05 2015