L’Amministrazione comunale è fortemente interessata al recupero della zona Nord di Torino della quale costituisce un tassello importante la ex Manifattura Tabacchi. Il complesso, nel territorio della Sesta Circoscrizione, abbandonato da tempo anche in seguito alla decisione presa negli anni scorsi dall’Università di non avvalersi della struttura, sarà riqualificato.
Questa mattina la Giunta comunale, su proposta del vicesindaco Guido Montanari, ha preso atto della proposta progettuale del 19 febbraio presentata l’estate scorsa all’Agenzia del Demanio da Ream Sgr – Real Estate Asset Management Sgr Spa, partecipata integralmente da Fondazioni di origine bancaria per la rifunzionalizzazione dell’intero compendio, sul quale insistono l’ex Manifattura fondata nel 1798 – uno dei più grandi complessi industriali torinesi – e rimasta parzialmente in funzione fino al 1996, l’ex Fimit e le aree artigianali di proprietà privata.
Il perimetro di questa area del quadrante Nord-Est della città, compresa tra corso Regio Parco, piazza Abba, via Gabriele Rossetti, il Po e strada alla Manifattura Tabacchi, è di grande rilevo storico e urbano, con forti valenze ambientali – tra la Borgata del Regio Parco e il contesto fluviale.
“Ream Sgr ha predisposto uno studio per il recupero di immobili pubblici nell’ambito del più ampio progetto di costituzione di un fondo immobiliare rivolto al territorio piemontese e la proposta progettuale – sottolinea il professor Montanari – è finalizzata alla realizzazione di un grande complesso multifunzionale dedicato ai servizi, una Welfare City. Un intervento reso possibile agendo sul recupero del complesso edilizio esistente della ex Manifattura, che è tutelato dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici con la completa riqualificazione dell’area e una forte diminuzione del rapporto di copertura e di riduzione del consumo di suolo, in modo da raggiungere un obiettivo complessivo di rigenerazione anche ambientale”.
Nel rispetto del vincolo saranno dunque tutelate le parti storiche del bene attraverso il restauro e, utilizzando le risorse generate dall’intervento, potranno essere realizzate la riqualificazione della ex Fimit e dell’area attualmente di proprietà privata, con la demolizione della gran parte delle strutture prive di qualità e l’apertura alla fruizione pubblica.
Circa le ipotesi di articolazione delle nuove destinazioni si calcola che 24mila metri quadrati di Slp (superficie lorda di pavimento) saranno destinati ad attività sanitarie e socio sanitarie, 5 mila a servizi e ad attività commerciali, 14mila500 ad ambiti culturali-educativi e 8mila500 all’ambito sociale abitativo.
“La nuova destinazione urbanistica dovrebbe garantire – aggiunge Montanari – attraverso la redazione di un Masterplan, una significativa flessibilità del mix funzionale necessario allo sviluppo del progetto, pur nel rispetto della ipotesi di realizzazione della Welfare City. Le ipotesi di mix funzionale sono fondate su ricerche e studi di mercato dell’attuale domanda, soprattutto pubblica e legata quindi alla programmazione sanitaria regionale. Poiché l’ipotesi progettuale prospettata da Ream Sgr risulta coerente con le politiche di riqualificazione delle periferie urbane e con le linee strategiche di pianificazione territoriale, con la presa di atto, la Giunta ha inteso esprimere una prima valutazione positiva”.
Le fasi successive all’adozione della deliberazione di oggi prevedono la sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra Città e Agenzia del demanio che disciplini le modalità di cooperazione tra i due Enti, quindi l’avvio della procedura pubblica di competenza da parte dell’Agenzia del Demanio per la selezione/costituzione del Fondo immobiliare e il relativo gestore. Seguirà quindi lo studio di fattibilità con il Masterplan dell’intero compendio e la predisposizione dell’eventuale variante urbanistica. Tutte le varie fasi progettuali saranno comunicate ai cittadini e oggetto di confronti pubblici aperti alla partecipazione.