Dottori agronomi e forestali, docenti e studenti universitari di scienze agrarie si sono riuniti questo pomeriggio nell’aula A della Facoltà di agraria di Grugliasco, insieme a numerosi professionisti che operano nel verde.
All’ordine del giorno l’appello del Comune di Torino a partecipare fin dalle prossime settimane con riflessioni, suggerimenti e suggestioni alla revisione del Piano Regolatore di Torino: lo strumento di pianificazione urbanistica del capoluogo piemontese varato nel 1995 che, in ventitré anni, ha subito modifiche con l’approvazione di 500 varianti.
Filo rosso dell’incontro – a cui ha partecipato il vicesindaco, responsabile delle politiche urbanistiche del Comune di Torino – il tema della tutela dell’ambiente e la protezione dai dissesti idrogeologici.
Il territorio della città dispone di un patrimonio verde storico legato al passato di antica capitale e di una ricchezza distribuita tra parchi e giardini, che mettono la città ai primi posti di verde pro capite. Un bene da salvaguardare – è stato sottolineato nel corso della giornata – con la riduzione del consumo di suolo e la valorizzazione delle aree naturali, che sono per la città una risorsa e un elemento chiave della sostenibilità.
L’obiettivo dell’Amministrazione torinese, attraverso la revisione del Piano Regolatore, è quello di poter disporre di un nuovo strumento urbanistico con carattere di semplicità, trasparenza e resilienza, in grado di rispondere in tempo reale alla necessità di trasformazione della città: un piano capace di sostenere lo sviluppo nel rispetto della qualità urbana e di assicurare la tutela delle emergenze storiche, architettoniche, culturali e dell’ambiente.
La revisione – è stato ancora detto – deve essere intesa come una sorte di manutenzione straordinaria del Piano vigente, arricchita di nuovi contenuti progettuali come la salvaguardia del suolo libero attraverso la riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente, limitando la realizzazione di nuove edificazioni su aree non edificate e verdi, salvaguardando le aree agricole che a Torino misurano oltre 1900 ettari.
L’incontro di oggi, a cui seguiranno diversi altri appuntamenti con i rappresentanti di ordini e collegi professionali, si è rivelato ricco di spunti costruttivi e tutti i relatori hanno concordato sulla validità del contributo delle idee che possono scaturire dalla comunità scientifica e dalla collettività.