La cura del vasto patrimonio di edifici destinato all’istruzione obbligatoria, in gran parte costruito in concomitanza della crescita demografica della città nella seconda metà del secolo scorso, ma anche quello più antico e di rilevante interesse storico, è al centro dell’attenzione di Palazzo Civico. E, a giorni, saranno resi noti i risultati di un approfondimento in quattro scuole sull’influenza delle possibili strategie architettoniche per migliorare l’apprendimento.
Nelle ultime sedute di Giunta sono stati infatti approvati diversi progetti in linea tecnica di manutenzione straordinaria e di recupero di immobili scolastici tesi, oltre alla ricostruzione ex novo di una scuola dell’infanzia a San Salvario, a vincere i segni della vetustà, introducendo quegli elementi che il progresso tecnologico mette a disposizione della collettività, in primis l’adeguamento sismico, il contenimento dei consumi energetici, l’adattamento degli impianti e il miglioramento dell’isolamento termico, l’infrastrutturazione telematica, il decoro delle facciate e degli ambienti, l’ampliamento degli spazi verdi.
“L’intento dell’Amministrazione comunale – spiega il Vicesindaco Guido Montanari che insieme all’Assessora all’Istruzione Federica Patti firma le delibere – è quello di intervenire con tempestività per preservare un patrimonio pubblico di oltre 300 edifici. Il nostro impegno è quello di cancellare via via i segni del degrado e della trascuratezza, consegnando aule più sicure, confortevoli e luminose alle nuove generazioni di scolari torinesi”.
Le decisioni progettuali di Palazzo Civico riguardano investimenti che ammontano complessivamente a 25milioni e mezzo di euro e che potranno essere “cantierati” effettivamente nei prossimi anni, se la richiesta di finanziamento regionale a cui Palazzo Civico concorre insieme agli altri comuni piemontesi, sarà bene accolta.
La Regione è infatti l’ente locale deputato a predisporre la redazione del piano triennale di interventi di edilizia scolastica. Un piano che verrà finanziato con le modalità stabilite lo scorso gennaio dal Governo, stipulando mutui trentennali con oneri di ammortamento a totale carico dello Stato. Il corposo dossier preparato dai tecnici di via Bazzi è ormai pronto per essere esaminato dalla Regione e le istanze, dopo il sì della Giunta Comunale, stanno per essere presentate all’ente di piazza Castello.
Più nel dettaglio, gli interventi di cura delle facciate, il consolidamento statico, la sostituzione degli infissi e il rifacimento delle coperture potrebbero riguardare quattro scuole e fra esse la Pestalozzi di via Banfo 32, costruita tra il 1904 e il 1906 e ampliata nel ’24 e la cui necessità di restauro complessivo è pressante. Analogo intervento generale si prospetta per il complesso scolastico (via Vidua 1- via Galvani 7 e via Le Chiuse 76) che ospita la primaria Boncompagni e la secondaria di primo grado Pacinotti. Per il complesso di via Tollegno 83, con l’ammodernamento complessivo, è prevista anche la sopraelevazione per accoglier nuovi spazi destinati alle attività didattiche, oltre alla ristrutturazione dell’intera area adibita ad attività di servizio aperte alla cittadinanza e la sistemazione degli spazi esterni.
Sono inoltre in fase di avanzata progettazione i lavori strutturali necessari al fabbricato della scuola primaria di via Germonio 4, costruito sessant’anni fa. E potrebbe essere questo – se l’istanza sarà favorevolmente accolta dalla Regione – il primo degli interventi ad essere finanziati.
Sarà infine ricostruita ex novo la scuola dell’infanzia di via Giuria 43 in luogo del prefabbricato inagibile e dismesso. Il progetto, nei programmi del Comune, prevede spazi collettivi innovativi con diversi laboratori destinati ai più piccoli.
L’azione dell’Amministrazione comunale non si ferma alla sola salvaguardia degli edifici attraverso piani straordinari di riqualificazione, ma è volta a riflettere sulla necessità inderogabile di un nuovo pensiero progettuale relativo agli spazi scolastici, che tenga realmente conto di come bambini e ragazzi e docenti si appropriano dei luoghi dove imparano: “Lo spazio è un elemento fondamentale per l’apprendimento. Le bambine e i bambini trascorrono gran parte della giornata a scuola e hanno necessità di aule confortevoli e soprattutto funzionali alla didattica – sottolinea Federica Patti -. Occorre pensare più in generale a una rigenerazione complessiva degli ambienti scolastici alla luce del nuovo quadro culturale. L’avvento repentino della tecnologia e l’assunzione di qualsiasi strumento digitale rischia, per esempio, di invadere spazi non pronti ad accoglierla. Le aule 2.0 o 3.0 non possono configurarsi secondo criteri mutuati acriticamente dalla progettazione per uffici”.
A tale proposito un dibattito virtuoso è stato imbastito nei mesi passati con l’Ordine degli Architetti di Torino e il prossimo 21 giugno saranno presentati i risultati di un workshop di progettazione rivolto a professionisti e pensato dalla Fondazione per l’Architettura insieme all’Assessorato all’Istruzione e all’edilizia scolastica, al Laboratorio Città sostenibile e Ufficio Smart City per capire quali strategie progettuali mettere in campo per mantenere vivo il valore dell’innovazione quando il rischio è chiudere gli orizzonti della scuola nel qui e ora, rinunciando a delineare nuove prospettive e aprire scenari di miglioramento. La sfida in questa prima collaborazione è focalizzata su tre temi associati a quattro edifici: la secondaria di primo grado Drovetti, di via Bardonecchia 34 per gli spazi della didattica innovativa, le primarie Aristide Gabelli di via Santhià 25 e San Francesco d’Assisi di via Giulia di Barolo, 8 per il tema della ristorazione scolastica e la scuola d’infanzia Marc Chagall di via Cecchi 2 per i “paesaggi del cortile scolastico”.