di Mauro Marras
Amiat, società del Gruppo Iren, Conai (Consorzio nazionale imballaggi) e Città di Torino uniscono le forze per portare ai limiti indicati dall’Unione europea la raccolta differenziata dei rifiuti.
L’accordo quadro prevede un potenziamento della raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta con l’obiettivo di estenderla a tutta la città e raggiungere in questo modo il 65%. In queste settimane ha preso avvio un percorso orientato a raggiungere tale obiettivo entro i prossimi cinque anni.
“Ringrazio Amiat e Conai per la collaborazione nel perseguire due obiettivi per noi importantissimi: creare l’infrastruttura capace di raggiungere gli obiettivi prefissati dall’Unione europea e superare l’ostacolo culturale, quello delle abitudini e degli stili di vita difficili da cambiare – ha affermato la sindaca Chiara Appendino -. Ostacolo che può tramutarsi in opportunità di crescita e di maturazione civile. Io credo che il tessuto della città sia pronto a questa trasformazione, ad accogliere la sfida”.
L’assessore Alberto Unia ha sottolineato l’impegno rivolto alla comunicazione: “Grazie al Cam, il furgone informativo dell’Amiat, alle attività nelle scuole, alle attività di partecipazione attiva dei cittadini, ai felici esperimenti attuati in aree complesse come Porta Palazzo, stiamo costruendo un’idea di civiltà e di progresso”, mentre Federico Mensio, presidente della commissione Ambiente dl Consiglio comunale, ha evidenziato che la raccolta differenziata è solo un punto della politica di questa Amministrazione, assai attenta anche al tema del riuso oltre che del riciclo, all’economia circolare come al tema della riduzione degli imballaggi. Christian Aimaro, presidente Amiat, ha evidenziato che se la percentuale è sostanzialmente ferma per ora, non lo è in termini assoluti,mentre, riguardo agli sprechi, un grande lavoro di prevenzione è da fare sulla raccolta dell’organico, che rappresenta tra il 40 e il 50 per cento del totale della differenziata. E da Conai Fabrizio Di Gregorio ricorda che l’Europa ci chiede una rivoluzione sociale in tema di rifiuti, solo con un cambiamento che coinvolge tutti sarà possibile chiudere il cerchio di questa trasformazione ormai necessaria e urgente.
Allo stato attuale, la raccolta porta a porta serve circa 480mila cittadini residenti a Torino e le progressive estensioni del servizio arriveranno alla copertura entro il 2023 dei quasi 900mila residenti della città.
Il percorso è entrato già nella sua fase attuativa con l’attivazione, partita da alcune settimane, della raccolta porta a porta nel quartiere San Salvario, che a seguire interesserà anche Santa Rita e Vanchiglietta-Borgo Rossini; al completamento di queste tre aree sarà avviato un piano per la progressiva applicazione del porta a porta in tutti i restanti quartieri. Nel caso sussistano vincoli territoriali che ne ostacolano l’applicazione (come ad esempio nel caso del centro storico), verranno applicati eventuali diversi metodi di raccolta che possano garantire analoghi risultati.
La stessa attivazione del cosiddetto Quadrilatero della Movida di San Salvario, in corso d’opera, prevede, in funzione della particolare conformazione del territorio, delle peculiarità delle utenze commerciali presenti e degli orari di massima frequentazione dell’area, l’attivazione di nuove ecostazioni stradali, la sostituzione di piccoli cassonetti con contenitori di maggiore volumetria e l’attivazione di un nuovo servizio di raccolta cartone (Cartamovida), studiato appositamente per l’area interessata dalla movida notturna.
In altri quartieri cittadini dove impedimenti logistici o mancanza di spazi interni idonei dove posizionare le attrezzature generano difficoltà nell’applicare il modello di raccolta porta a porta, verranno sperimentate ecoisole smart dedicate con controllo degli accessi.
Si tratta quindi di una nuova spinta propulsiva per riportare la Città di Torino, dopo una sostanziale riduzione della spinta positiva verso una più intensa diffusione del “pap”, nel novero delle città europee più sensibili e amiche dell’ambiente.
Dopo i tre quartieri attualmente in fase di implementazione, la “pap” sarà applicata al Lingotto e poi via via ad altri quartieri fino alla completa copertura della città.
Disponibile il documento con i principali dati del piano Amiat “verso il 65%”.