“I sindaci sono gli interlocutori istituzionali immediati e principali dei nostri concittadini. I Comuni non sono un’articolazione burocratica dello Stato centrale, ma sono dotati di una propria identità e rappresentano, uniti, una infrastruttura essenziale per il rilancio del nostro Paese”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella partecipando questo pomeriggio al Lingotto, ai lavori conclusivi della XXXII assemblea nazionale dell’Anci, accolto dal sindaco Piero Fassino: “Partecipo volentieri alla vostra assemblea – ha detto – , in questo momento storico, in cui le istituzioni, tutte le istituzioni democratiche, sono chiamate a scelte impegnative per avviare un nuovo sviluppo sostenibile dopo la lunga crisi economica”.
Mattarella ha proseguito citando don Sturzo “I Comuni sono l’hardware di una democrazia che, per consolidarsi, è capace di rinnovarsi. Cent’anni fa, nel 1915, Luigi Sturzo, grande autonomista, veniva eletto vicepresidente dell’Anci. Avrebbe tenuto questa carica per otto anni. Per lui i Comuni erano, appunto, moltiplicatori di democrazia, e proprio la loro autonomia avrebbe contribuito a rafforzare l’idea di Stato. Prevalse invece in quegli anni una concezione opposta”.
Il Presidente ha usato parole toniche, di incoraggiamento nei confronti della platea di primi cittadini: “Non è vero che l’Italia è un malato incurabile – ha affermato – al contrario, la forza con cui poniamo il tema della legalità, la mobilitazione della società civile, l’impegno dello Stato e di tanti suoi uomini dimostrano che, in Italia, i meccanismi di controllo, di accertamento e di sanzione funzionano e che lo Stato non fa finta di non vedere. Non dovunque, nel mondo, è così. Noi vogliamo e possiamo raggiungere traguardi alti di moralità e di trasparenza. L’azione di contrasto all’illegalità va, comunque, combattuta a viso aperto. I Comuni devono esserne l’avamposto, proprio perché – ha sottolineato – le istituzioni cominciano nelle vostre sedi”.
Nonostante le ristrettezze ed i sacrifici a cui sono sottoposte le politiche di bilancio e malgrado la lunga crisi economica, i Comuni sono e restano decisivi:” Sono decisivi – ha rimarcato – per la qualità della vita dei cittadini, per la qualità dei servizi e delle innovazioni, per l’integrazione serena e ordinata degli immigrati, per la creazione di quell’humus che deve tenere insieme sviluppo e lavoro, sostenibilità e solidarietà”.
Il Capo dello Stato ha poi parlato di giovani e di sviluppo: “Oggi abbiamo bisogno di fare sistema, e di concepire questa nuova fase valorizzando le innovazioni, la ricerca, i settori con maggiore contenuto di futuro”. E avviandosi alle conclusioni, parlando di immigrazione e di solidarietà ha detto: “Non mi stanco di ripeterlo, perché sono convinto del valore strategico, fondativo, di questo messaggio: non ci sarà ripresa, non ci sarà crescita di opportunità, non ci sarà futuro degno per i nostri giovani, se non estirperemo la corruzione, l’illegalità, la criminalità organizzata”. E sul Mezzogiorno ha spiegato: “Lo sviluppo dell’Italia, e anche il suo ruolo di protagonista nell’Unione Europea, dipende in larga parte da uno sviluppo equilibrato del Sud”. Laddove crescono le distanze e le fratture là si indebolisce tutto il potenziale nazionale, compreso quello delle Regioni che oggi esprimono gli indici economici migliori. Abbiamo bisogno di creare lavoro -ha aggiunto – e di irrobustire gli investimenti. Lo spazio offerto dal Patto di Stabilità interno va usato al meglio in questa direzione”.