La Città di Torino ha presentato oggi alla Commissione Europea il suo Climate City Contract.
Il documento, firmato dal Sindaco Stefano Lo Russo e redatto dall’amministrazione comunale con il coordinamento dell’assessorato alla Transizione Ecologica e in collaborazione con il Politecnico, è stato inviato a Bruxelles per l’approvazione, che dovrebbe arrivare entro qualche mese, qualificando Torino con la “Mission Label” europea. A quel punto, i contenuti potranno essere condivisi con la città per proseguire il percorso verso la neutralità climatica entro il 2030.
“La crisi climatica, insieme a quella demografica, è una delle due grandi emergenze che ci troviamo ad affrontare a scala globale e che necessita di un piano di azioni non più rinviabili che coinvolgono anche le città – spiega il Sindaco Lo Russo -. Questo vero e proprio contratto climatico, che ha richiesto oltre un anno di intenso lavoro, con frequenti interazioni con i cittadini e molti attori coinvolti della città, segna un momento di svolta, consolidando, mettendo a sistema e potenziando una serie di attività sviluppate dalla nostra amministrazione fin dal suo insediamento. L’obiettivo cui guardiamo è di raggiungere una riduzione dell’80% delle emissioni di CO2 per il 2030 rispetto ai valori del 2019. Si tratta di misure che peraltro avranno anche un effetto strutturale sulla riduzione dell’inquinamento dell’aria. Per far fronte a questa grande sfida, Torino ha avviato un processo inclusivo e collaborativo, dove tutti sono e saranno coinvolti e chiamati a contribuire”.
Il percorso parte da lontano, quando fu lanciata la “mission” dell’Unione Europea sulle città intelligenti e climaticamente neutre (Mission Smart and Climate-Neutral Cities), con l’obiettivo di accelerare la transizione verso la neutralità climatica in 100 città europee scelte come riferimento entro il 2030 (anticipando il 2050 previsto dal Green Deal) e aprendo una call rivolta a tutte le città europee.
Insieme ad altre 376 città di tutto il mondo, Torino ha inviato la sua candidatura il 31 gennaio 2022 e ricevuto risposta positiva il 28 aprile dello stesso anno. In Europa sono state in tutto 100 le città scelte, di cui altre otto in Italia (Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma). A giugno sono iniziati i confronti con la Commissione europea, la costituzione del Transition team locale, le interlocuzioni con le altre otto città italiane selezionate e una serie di incontri e workshop per definire le strategie con l’obiettivo, per ciascuna, di elaborare un Climate City Contract con un piano complessivo di azioni per la riduzione delle emissioni di gas climalteranti includendo tutti i settori urbani: l’energia, l’edilizia, i trasporti, l’industria, il verde urbano e la gestione dei rifiuti.
La Città di Torino ha cominciato da subito a lavorare al suo Climate City Contract instituendo un Mission team, che ha visto impegnati i settori Ambiente e Transizione Ecologica e Fondi Europei e PNRR con il supporto scientifico del Politecnico di Torino attraverso il suo laboratorio EST (Energy Security e Transition Lab) dell’Energy Center, con le competenze del Dipartimento Energia, del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture e del Dipartimento di Architettura e Design, che ha fornito la modellazione matematica e sviluppato una innovativa piattaforma informatica dedicata.
Il percorso ha preso il via attraverso 17 incontri bilaterali per singole categorie di attori (aziende partecipate dalla Città, mondo delle Università e della ricerca, associazioni di categoria, gruppi bancari e fondazioni bancarie, istituzioni pubbliche sovralocali) ed è proseguito con un ciclo di workshop tematici e incontri di co-progettazione delle azioni, con il supporto dell’Environment Park. A luglio dello scorso anno si è fatto il punto con il mondo delle imprese, a settembre con i rappresentanti del terzo settore. Il mese scorso è iniziato il percorso “Dimmi la tua” dedicato agli studenti delle scuole superiori.
Sono in tutto sei i firmatari del Climate City Contract (Città di Torino, Città metropolitana, Regione Piemonte, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino e Camera di Commercio), 16 i main partner (Gtt, Iren, Smat, InfraTo, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt, Csi Piemonte, 5t, Arpa Piemonte, Atc, Intesa Sanpaolo, UniCredit, Reale Group, Cassa depositi e prestiti, Sagat, Italgas) e 60 i supporters.
Benché non giuridicamente vincolante, il Climate City Contract mette nero su bianco l’impegno concreto e programmatico nell’implementare la transizione climatica e rappresenta un momento significativo per la Città, rinforzando e potenziando le attività fin qui svolte e pianificate, e rilanciando le sinergie con tutti gli attori della città, dai cittadini all’industria, dal settore della finanza agli enti universitari.
Le città svolgono un ruolo centrale nella transizione verso la neutralità climatica. Globalmente, consumano il 65% dell’energia e producono più del 70% delle emissioni di CO2. Senza un impegno decisivo a livello locale non sarebbe quindi possibile soddisfare gli obiettivi previsti degli Accordi di Parigi e dal “Green Deal” europeo. Un ruolo già riconosciuto dall’ultima edizione della COP28 sul clima di Dubai che, per la prima volta nel dicembre scorso aveva riunito le città più impegnate nel contribuire agli sforzi messi in campo da ogni nazione per ridurre le emissioni e contrastare gli effetti del cambiamento climatico, tra cui anche Torino.