Prima città al mondo ad avere una fetta del suo ampio territorio inserita tra le “Riserve della Biosfera” Unesco, ottenuta circa un mese fa a Lima durante il recente incontro delle Riserve mondiali (sono 671, di cui 20 in Italia), Torino si ferma a ragionare sull’ambita nomina e a programmare il dopo. Ponendosi soprattutto una domanda: cosa comporta essere una riserva Unesco e come utilizzare questo riconoscimento per promuovere la città?
Oggi gli attori di questa nuova realtà si sono incontrati nel palazzo del Consiglio Regionale di via Alfieri con gli organi di stampa per cominciare a costruire il futuro del parco CollinaPo, con le sue particolare caratteristiche di essere un parco urbano e insieme un parco naturale, con i suoi 900 km di sentieri, i suoi oltre 100mila alberi. Una collocazione unica,che a qualcuno ha suggerito – lo ha ricordato oggi il sindaco Piero Fassino nel suo intervento – che Torino è “l’unica città italiana ad avere un paesaggio” grazie alla compresenza di fiumi, colline e montagne in una composizione affascinante. E che riporta alla vocazione espressa dal Progetto Smart City in salsa torinese, quella della sostenibilità ambientale, economica e sociale come chiave dello sviluppo locale. “C’è una storia del verde e dei giardini che dura fino a oggi”, ha ricordato Fassino riferendosi all’ottocentesca istituzione del servizio di giardinaggio istituito presso la civica amministrazione. Ed Enzo Lavolta, assessore al Verde, ha citato i grandi progetti a lungo periodo che si stanno concretizzando in questi ultimi anni, come “Torino Città d’Acque”, cui manca il tassello finale del parco Sangone, e della Corona Verde. E ha detto che “da adesso in poi abbiamo una grande responsabilità di coerenza rispetto a questa scelta”.
“Il programma Mab Unesco nel quale è stata inserita dal 19 marzo 2016 la Riserva della Biosfera CollinaPo – promossa dal parco regionale del Po e Collina Torinese con il determinante sostegno economico di Gruppo IREN, il contributo di GTT e SMAT e la consulenza tecnica di istituto SiTi, ha ricordato Ippolito Ostellino, direttore del parco – offre una piattaforma metodologica affinché i vari Soggetti di territorio coinvolti nella Nomina cooperino fra loro. ll comprensorio allargato di CollinaPo si estende ad 85 Comuni dell’area orientale metropolitana di Torino”.
LeRiserve Unesco sono fatte, oltre che di biodiversità, di diversità culturali espresse dalle comunità che le abitano e che proclamano un orgoglio di appartenenza, riconoscendo il valore della propria terra e impegnandosi su programmi di scala locale ma di valore e connessione mondiale, per aumentare conoscenze, capacità di fare, innovazioni per lo sviluppo sostenibile del pianeta.
“Essere Riserva della Biosfera CollinaPo, vuol dire – ha spiegato Walter Giuliano, presidente del parco CollinaPo – entrare in un programma cultural-ambientale-economico che dà valore alle diverse anime del territorio in un connubio di cooperazione – in chiave sostenibile – tra natura, agricoltura, impresa, paesaggio, ruralità, salute e sport, arte, enogastronomia, beni culturali tangibili e intangibili. Ci si confronta con una rete di territori mondiali nella quale vengono ammessi quelli che dimostrano la loro elevata integrazione fra qualità ambientale ed attività umane”.
Si pongono così le basi per migliorare la qualità della vita, avere una infrastruttura verde più capillare e una maggiore attrattività economica, buone pratiche di sostenibilità in tutti in settori, a partire dall’ecoturismo. Nel dossier di candidatura presentato a Lima era contenuto un Piano d’Azione che prefigura, sulla base delle linee guida indicare dall’Unesco, gli obiettivi a ungo termine per il rilancio dell’area facendo delle risorse naturali in essa contenute un motore di sviluppo e di crescita del territorio.
Informazioni: pagina facebook CollinaPo e sito : www.parcopocollina.it (mm)