Cosa significa oggi fare sport in una polisportiva giovanile salesiana?
Significa fare sport in una delle tantissime società amatoriali presenti in Italia, con una spiccata preoccupazione per il valore educativo dell’attività sportiva per i ragazzi. Quello che Don Bosco chiamava “buoni cristiani e onesti cittadini”, si comincia secondo noi a costruire da una buona, corretta e onesta pratica sportiva, che insegna molte cose.
Qual è il punto di contatto tra oratorio e attività sportiva?
L’attività sportiva è sempre stata una delle caratteristiche dell’oratorio. Uno dei fondamenti della pedagogia salesiana è “amare ciò che amano i giovani”: per i ragazzi, e non solo, la pratica sportiva è una delle cose più piacevoli e una delle occasioni per trascorrere in modo intelligente il tempo libero. Non si può pensare all’oratorio senza sport. Certo, lo sport è cambiato, gli spazi dell’oratorio forse non sono più adatti all’attività sportiva come si è codificata negli anni, ma rimane un perno fondamentale della gratuità del tempo che si può passare all’interno di un’opera salesiana.
Ostensione della Sindone, Capitale Europea dello Sport, bicentenario della nascita di Don Bosco: non poteva esserci anno migliore per la prima edizione torinese dei Giochi. Che accoglienza si aspetta dalla Città?
Prima di tutto mi preme dire che abbiamo avuto una grandissima disponibilità e collaborazione dalle istituzioni pubbliche della Città. Vorrei anche ringraziare i circa 300 volontari torinesi che ci stanno dando un apporto fondamentale nell’organizzazione dell’evento. Ricordo ancora il grande entusiasmo dimostrato dai “freddi” torinesi durante l’esperienza olimpica, e credo proprio che in alcune parti della città dove ci sono i nostri ragazzi si riuscirà a ricreare un clima simile di coinvolgimento e di partecipazione.
di Francesco Tamburello in collaborazione con la redazione di Torino Click