di Marco Aceto
Fabio Felline e Mattia Viel sono due ragazzi piemontesi che hanno scelto di pedalare forte verso il traguardo. Entrambi aspirano ad essere i campioni di domani e in molti vedono in loro le figure ideali per riportare il ciclismo della nostra regione ai fasti di un tempo.
Mattia Viel è nato a Torino il 21 aprile del 1995 e grazie a suo papà, grande appassionato di ciclismo, ha cominciato ad andare in bicicletta. Sin da subito si accorge che la sua andatura è quella classica del passista: forte e costante. All’età di 18 anni entra a far parte del vivaio della squadra professionistica francese dell’AG2R La Mondiale di cui fa parte, sin dal 2013, l’italiano Domenico Pozzovivo. Non è stato facile per Viel lasciare Gassino Torinese poco più che maggiorenne, ma la tenacia e la forza di volontà sono nel suo DNA e allora si è rimboccato le maniche dedicandosi allo sport e allo studio. Con la maglia azzurra ha partecipato tra gli altri anche ai Campionati Mondiali di Glasgow dove ai compagni Seid Lizde, Riccardo Minali, Davide Plebani stacca il nono tempo. Da quest’anno gareggia per la compagine italiana dell’Unieuro Willer e sui migliori risultati nel 2016 sono due quarti posti di tappa nel Giro del Marocco.
Il ventiseienne Fabio Felline è un altro di quei ragazzi che stanno facendo bene nel mondo delle due ruote. Dopo aver gareggiato una sola stagione tra i Dilettanti Elite/Under 23, firma il suo primo contratto da professionista nel 2010. Le soddisfazioni non tardano ad arrivare. Al suo primo anno tra i “grandi” vince due tappe e la classifica finale del Circuit de Lorraine. Nel 2012 vince il Giro dell’Appenino e partecipa al suo primo Giro d’Italia ottenendo un secondo posto nella nona frazione da San Giorgio del Sannio a Frosinone. L’anno successivo porta a casa una vittoria di tappa al Giro di Slovenia. Dal 2014 difende i colori della Trek Segafredo, dopo aver indossato le maglie della Footon, Geox e Androni Giocattoli.
Indubbiamente su questi due ragazzi sono riposte molte speranze, solo il tempo ci dirà se il ciclismo piemontese ha trovato chi possa essere il vero erede dei campioni del passato.