di Mauro Gentile
Pace è la parola che ricorre con maggiore frequenza nelle frasi del sindaco di Betlemme, la signora Vera Baboun, presente ieri e oggi a Torino per una visita istituzionale. Pace. L’ha ripetuta tante volte, ieri, dopo aver visitato la Sindone e la Reggia di Venaria, e anche oggi nel corso dell’incontro privato con il sindaco Fassino, a Palazzo Civico, e poi al Museo d’Arte Orientale, durante la presentazione della mostra allestita con reperti storici provenienti dalla Palestina e della firma di una lettera d’intenti che anticipa la definizione di un patto finalizzato a rafforzare la cooperazione tra le due città.
Una pace da costruire anche con l’aiuto della comunità internazionale e attraverso la realizzazione di progetti concreti, capaci di portare benessere a una popolazione e a un territorio che ne ha particolarmente bisogno.
“Da tempo – ha ricordato il sindaco Piero Fassino nel corso dell’incontro al Museo d’Arte Orientale – tra le città di Torino e Betlemme esiste un rapporto di collaborazione che oggi diventa più forte. La nostra città – ha aggiunto Fassino – si è impegnata ad aiutare quella palestinese nella ricerca di un cammino di dialogo e di pace, partendo da un sostegno al miglioramento delle condizioni della vita quotidiana della società”.
Nella lettera d’intenti firmata dai due primi cittadini è infatti sottolineata la volontà di proseguire la collaborazione per il progresso, lo sviluppo equo e il benessere degli abitanti e che lo scopo del Patto di cooperazione è quello di promuovere e appoggiare lo sviluppo economico, turistico, culturale e sociale.
Nello specifico, Torino e Betlemme si impegnano a diffondere la cultura e i prodotti culturali di entrambe le città per promuovere la conoscenza dei rispettivi territori urbani, a condividere esperienze (come quelle relative alle grandi trasformazioni urbane e alle politiche ambientali nelle aree mercatali) e incentivare la creazione di legami anche oltre l’ambito istituzionale dei due governi locali, rafforzando quelli con organizzazioni della società civile e appoggiando attivamente i processi di miglioramento del servizio di distribuzione dell’acqua potabile.
Proprio all’acqua è dedicato il progetto Bethlehem Smart Water (già avviato nel marzo del 2014) per la realizzazione di un sistema di controllo a distanza per il servizio di acqua potabile a Betlemme e nelle aree di Beit Jala e Beit Sahour, la formazione di operatori per la gestione in autonomia del sistema di telecontrollo e la razionalizzazione nell’uso della risorsa acqua a Betlemme e zone circostanti.
Tra le iniziative prossime a partire, una riguarda la realizzazione a Gerusalemme Est di una sala museale nella nuova sede di Terra Sancta Museum per ospitare un’esposizione permanente dedicata alla storia millenaria dei popoli che convivono nei luoghi santi delle tre religioni monoteiste (oltre 400 vasi di grande valore storico-artistico provenienti dall’Antica Farmacia dei Francescani) e un’altra è finalizzata alla ristrutturazione dell’area dei mercati generali di Betlemme, luogo di socializzazione e di vita economica della città palestinese.
Progetti che possono contribuire a creare un “ponte di speranza”, come ha auspicato Vera Baboun. “Da Betlemme – ha dichiarato il sindaco della città palestinese – oltre il muro, e oltre le divisioni, le guerre e le sofferenze, possono partire ponti di gioia, pace e unità. Da oggi questo ponte di speranza unisce direttamente Betlemme a Torino”.