La Città di Torino promuove il piano di azioni e interventi per contrastare la violenza di genere. I dati ci restituiscono infatti una situazione che rimane allarmante in cui una donna su tre subisce violenza o stalking nell’arco della sua vita e oltre il 43% subisce molestie sessuali sul posto di lavoro, molestie che sono definite dalla Convenzione di Istanbul come violenza maschile sulle donne e di genere.
“Torino libera dalle violenze di genere” è un progetto plurale e aperto che l’Amministrazione intende lanciare per rendere visibili e valorizzare le esperienze, le progettualità, le voci e le risorse del territorio, a partire dal Coordinamento Contro la Violenza sulle Donne – Ccvd.
Con “Torino libera dalle violenze di genere”, la Città intende innanzitutto mettersi in gioco come Amministrazione che conta, ad oggi, poco meno di 9500 dipendenti dei quali più di 6300 donne, attivando specifici percorsi di sensibilizzazione e formazione interna; ma è nella creazione di uno spazio democratico di partecipazione alle decisioni che si attua la vera novità del Piano.
La delibera che istituisce un tavolo interassessorile, un gruppo di pilotaggio e che permette di rafforzare il ruolo del Ccvd, gli strumenti che favoriranno il processo di condivisione delle scelte e delle decisioni dell’Amministrazione, è stata approvata ieri dalla Giunta, su proposta della sindaca Chiara Appendino e degli assessori Marco Giusta e Roberto Finardi.
Il rafforzamento del ruolo del Ccvd sarà il primo atto del cambiamento impresso dal Piano, attraverso la revisione del suo Comitato di Raccordo, cui partecipano tutti i soggetti del privato sociale impegnati in azioni di contrasto; questo diventerà il luogo di co-progettazione e condivisione delle politiche e delle azioni del Piano antiviolenza. Politiche e azioni la cui fattibilità, per quanto riguarda risorse e strumenti dell’Amministrazione, sarà vagliata dal Tavolo interassessorile che avrà anche una funzione di raccordo tra i servizi interni.
Il Gruppo di Pilotaggio “Genere e Violenza” sarà costituito da un gruppo permanente composto dai e dalle rappresentanti dei diversi servizi dell’Amministrazione e assessorati della Città. I partecipanti al Gruppo di Pilotaggio svolgono una funzione di collegamento attraverso l’analisi dei bisogni, la progettazione delle iniziative, l’informazione e la sensibilizzazione dei colleghi (sul modello del già sperimentato gruppo di pilotaggio Lgbt).
Il modello di rete del Piano mira a favorire il massimo raccordo operativo e la comunicazione tra tutti i soggetti che operano nel campo della prevenzione, protezione e del contrasto alla violenza maschile contro le donne e di genere.
Con quali obiettivi? Costruire una mappa ragionata delle opportunità e degli strumenti già attivi sul territorio; promuovere percorsi di formazione e sensibilizzazione per i e le dipendenti dell’Amministrazione; migliorare la comunicazione tra gli uffici comunali e le realtà del terzo settore per rafforzare il lavoro di rete e di raccordo; promuovere pratiche e strumenti per la raccolta dei dati, in raccordo con quanto deciso a livello regionale e nazionale, nonché tenendo conto delle esperienze e valutazioni delle associazioni del territorio; offrire un osservatorio per l’analisi delle pubblicità sessiste e del modo in cui le donne e la violenza vengono raccontate dai media, per arrivare a costruire narrazioni alternative della violenza che ne mettano in evidenza il carattere strutturale e sistemico; promuovere l’integrazione fra i diversi strumenti normativi e non che definiscono l’ambito di lavoro legato alla violenza di genere contro le donne; analizzare su un piano trasversale i bisogni specifici di donne con background migratorio, donne con disabilità o donne transessuali/transgender.
Già a partire dal prossimo mese di dicembre si realizzeranno incontri formativi e di sensibilizzazione rivolti ai e alle dipendenti dell’Amministrazione per favorire la diffusione del Piano nei diversi settori della macchina comunale.
“È possibile descrivere la violenza maschile contro le donne e di genere come un fenomeno che è culturale, strutturale, sistemico e quotidiano, che colpisce ogni giorno in Italia migliaia di donne, sotto forma di violenza domestica, stalking, molestie sui luoghi di lavoro e del tempo libero, violenza sessuale, psicologica, economica. È questa una violenza che non ha confini o limiti geografici, non dipende dal contesto culturale delle persone coinvolte, dalla loro religione, dal loro ceto sociale o da altre caratteristiche personali. Un fenomeno capillarmente diffuso che deve essere considerato come una priorità e non come un’emergenza”, sottolinea l’assessore ai Diritti Marco Giusta. (mm)