Comprendere quali temi e fenomeni vengono associati maggiormente al presente e quali invece attribuiti al Novecento è stato l’obiettivo della ricerca Il Polo in ascolto – promossa da Compagnia di San Paolo nell’ambito del progetto PoloOpen e realizzata da Fondazione Fitzcarraldo – presentata oggi nel terzo appuntamento degli Open talks, la fucina di progetti e confronti del Polo del ‘900, il nuovo centro culturale, sostenuto finanziariamente e progettualmente dalla Compagnia di San Paolo insieme alla Città di Torino e alla Regione Piemonte.
Emblematiche le risposte dei cittadini piemontesi (ma non solo) intervistati dai volontari che dallo scorso mese di marzo, a bordo di una vecchia Fiat 500, si sono mossi tra le celebrazioni del 25 aprile ed eventi culturali e sportivi come il Salone del Libro, il Torino Jazz Festival, il Festival Mirabilia a Fossano, il Festival Collisioni 2015 a Barolo.
Migrazioni (49,9%), globalizzazione (38,6%), consumismo (33,1%) e terrorismo (26,6%) sono i temi più associati al nostro presente, mentre nel riflettere sul Novecento si tende a pensare a guerra/conflitti (58,7%), innovazione scientifica (26,2%), migrazioni (24,2%) e consumismo (23,5%).
Lungo il tour di 11 tappe tra grandi eventi e spazi del centro e delle periferie cittadine e sul territorio regionale è stato possibile dialogare con i cittadini attraverso 750 questionari e circa 200 video interviste. Il risultato è un ritratto paradigmatico della nostra percezione del mondo, per certi versi alterata dalla pressione dell’attualità mediatica o dallo scarso approfondimento delle tematiche, per altri lucidamente disincantata: così, ad esempio, “migrazioni”, “terrorismo”, “consumismo” e “globalizzazione” sembrano fenomeni peculiari del presente mentre sono iniziati e si sono evoluti soprattutto nel secolo scorso. Oppure, altra testimonianza rivelatrice, la parola “lavoro” viene associata soprattutto al Novecento e il tema del lavoro indicato come il principale regresso del nuovo millennio rispetto alle conquiste precedenti (secondo il 25,4% degli intervistati), seguito da altri passi indietro nel campo dei diritti sociali e civili (12,5%) e del valore della solidarietà (9,1%).
Un’indagine fondamentale che al pari di uno specchio restituisce il volto di generazioni diverse e delle rispettive abitudini, aspirazioni, valutazioni di carattere sociale e privato: fra le differenze riscontrate, guerra e innovazione scientifica sono le parole che gli uomini più associano all’attualità, le donne indicano il consumismo e la comunicazione di massa, e se per gli over 65 le migrazioni sono il problema più grave del nostro secolo, per gli under 27 l’attenzione va al terrorismo. Questi ultimi, inoltre, giudicano il ‘900 già globalizzato, già europeo e poco solidale: esattamente al contrario rispetto agli over 65. Sempre a proposito del Novecento, per la maggioranza relativa degli intervistati (il 24%) nulla della sua eredità appare inadatto alla nostra epoca, mentre i valori tradizionali e famigliari (20,3%), la politica, i partiti e i sindacati (13,9%), come anche l’informazione con i mezzi tradizionali (10,8%), sono gli aspetti del secolo scorso considerati più sorpassati e inadeguati a sopravvivere nel presente.
Risposte utili a chi, come il Polo del ‘900, non ambisce solo a raccogliere le testimonianze e gli archivi del secolo scorso, ma intende offrire alla cittadinanza anche spazi di riflessione, di dialogo, di racconto, che siano utili all’attualità, che aiutino a capire presente e futuro.
Il sondaggio ha infatti permesso di analizzare le aspettative, gli interessi e le modalità di coinvolgimento preferite dalla cittadinanza. Gli intervistati hanno proposto una molteplicità di argomenti che vorrebbero vedere affrontati dal nuovo centro: comunicazione e linguaggi (28,7%), guerra, conflitti e terrorismo (di ieri e di oggi) (27,3%), migrazioni (26,9%), democrazia e cittadinanza, globalizzazione e cambiamenti nei costumi sociali sono i temi sui quali la collettività si aspetta che un centro di cultura fornisca chiavi interpretative, approfondimenti e occasioni di confronto.
I grandi interrogativi del tempo presente attendono un’adeguata e diffusa lente d’ingrandimento, all’insegna anche dell’interazione con il Polo: il sondaggio ha infatti mostrato che il pubblico è interessato a partecipare a eventi performativi (36%), a mostre (34%), come anche a godere di un luogo in cui rilassarsi in un ambiente stimolante e accogliente per la lettura (35%). In un’ottica più di studio e formazione, il Polo viene anche visto come uno spazio in cui poter partecipare a convegni e incontri, a gruppi di discussione e ad attività didattico-laboratoriali. Quanto alle modalità di coinvolgimento, gli intervistati si sono suddivisi in tre grandi gruppi: i “coinvolti” (32%), persone disponibili a partecipare attivamente ad attività laboratoriali e a prendere parte a forme di co-progettazione proposte dal centro, gli “interessati” (45%), persone interessate a fruire in modo più “leggero” dei servizi e degli eventi del Polo e gli “indifferenti” (12%) persone a vario titolo non interessate al tipo di offerta proposta.
Il Polo del ‘900 è il nuovo centro culturale, coprogettato e sostenuto da Compagnia di San Paolo, Comune di Torino e Regione Piemonte, che avrà sede presso i Quartieri Militari juvarriani di Torino (Palazzo San Celso e Palazzo San Daniele di Corso Valdocco, angolo via Del Carmine). Il centro, aperto alla cittadinanza e rivolto soprattutto alle nuove generazioni e ai nuovi cittadini, si occuperà di temi legati all’attualità a partire dalle esperienze e dalle competenze dei diversi istituti che stanno lavorando al progetto, depositari di fonti documentarie significative, impegnati nella ricerca e nell’animazione intorno al Novecento e alla contemporaneità.