Il razzismo non riguarda solo chi ne è vittima. Al contrario: esattamente come per sessismo e omofobia, una società equa e giusta si può raggiungere solo se tutti e tutte, in particolare chi vive in una situazione di sicurezza e di privilegio, fa la sua parte. A partire dalle istituzioni.
Con questa idea in mente, il 17 marzo 2020 Torino è stato il primo Comune in Italia a dichiarare che il patrimonio di azioni e pratiche antirazziste è un bene comune cittadino e a lanciare un avviso pubblico per raccogliere adesioni e avviare un percorso di coprogettazione a cui hanno partecipato cinquantotto soggetti civici fra cui un sindacato, reti di secondo livello, case del quartiere, centri giovanili, associazioni religiose e culturali, comunità migranti, gruppi informali e istituzioni culturali.
Oggi la Città di Torino ha approvato in delibera il testo del Patto dei Beni Comuni, esempio unico in tutta Italia: un documento ricco di azioni, progetti, impegni reciproci e che garantisce per la prima volta un approccio unitario e strategico e un coinvolgimento diretto delle comunità e delle persone razzializzate nelle fasi di ideazione, implementazione e valutazione delle politiche.
Le attività previste sono state raggruppate in cinque Linee di azione: Eventi e iniziative; Spazi; Empowerment; Accesso ai Servizi; Educazione e cultura.
Insieme, la Città e i Soggetti civici si impegnano a:
- realizzare eventi ed iniziative in ambito interculturale e antirazzista, che restituiscano voce alle persone e alle comunità che subiscono quotidianamente varie forme di discriminazione;
- fornire strumenti e orientamento per l’accesso ai beni e ai servizi cittadini, in particolare ai servizi anagrafici e civici, ai bandi di concessione di spazi comunali, e alla salute con una prospettiva di genere;
- formare i/le dipendenti della Città e operatori/operatrici e volontari/e dei soggetti civici;
- creare tavoli di confronto e di scambio nell’ambito dell’educazione ai diritti umani e al contrasto alle discriminazioni;
- ideare e rendere visibili spazi sicuri liberi da razzismo, fascismo e sessismo;
- co-progettare e cercare fondi e finanziamenti per l’implementazione di attività e progetti.
La Città supporterà suddette azioni anche attraverso risorse specifiche del proprio bilancio.
Per la co-gestione delle attività e il coordinamento delle iniziative, Comune e Soggetti civici costituiranno inoltre un Tavolo di lavoro permanente, che non sarà solo uno strumento per la valutazione dei progressi del Patto ma anche un vero e proprio spazio di confronto e di indirizzo per le politiche pubbliche.
“Sono davvero orgoglioso di questo eccezionale risultato – dichiara Marco Giusta, assessore ai Diritti della Città di Torino – Un anno di lavoro, di incontri, di confronti, di riflessioni è stato condensato in un patto di collaborazione, unico in Italia. Non è una dichiarazione di principi, ma è un impegno comune a svolgere azioni, realizzare progetti, raggiungere risultati. Non commettiamo l’errore di considerare come razzismo soltanto i casi più eclatanti, come le aggressioni, gli insulti sull’autobus, i comportamenti individuali; è importante riconoscere e affrontare fenomeni di razzismo strutturale e istituzionale che ostacolano l’accesso al lavoro, alla casa, alla partecipazione sociale, ad avere una propria voce nel dibattito politico, e che riguardano, solo a Torino, più di 150.000 concittadini e concittadine potenziali vittime di razzismo. La nostra Costituzione ci ricorda che è compito della Repubblica, nelle sue diverse articolazioni, rimuovere ogni ostacolo alla piena realizzazione delle persone. Io credo che questo Patto sia un importante passo nella realizzazione di una società più giusta, più equa, più libera, e apre a tante persone una maggiore possibilità di contribuire allo sviluppo sociale, culturale e economico della nostra città. Ringrazio quindi tutte le realtà che hanno creduto in questo percorso e gli uffici della Città che lo hanno accompagnato e reso possibile.”
Benedetto Zacchiroli, Presidente della Coalizione Europea delle Città contro il Razzismo (ECCAR): “Il “Patto dei beni comuni” del comune di Torino rappresenta un unicum di eccellenza in Italia straordinario. Per la prima volta in una grande città il tema della lotta al razzismo viene messo a sistema. Con questa decisione il capoluogo piemontese si pone come faro anche all’interno dell’Unione Europea che a settembre scorso ha riconosciuto il ruolo di ECCAR nel Piano dell’Unione contro il Razzismo. Torino è membro del network europeo da solo un anno ma è già pronta per presentarsi come buona pratica amministrativa all’avanguardia.”
Paolo Testa, Area Studi e Ricerca ANCI dichiara: “il Patto Antirazzista della Città di Torino segna un ulteriore passaggio di livello nel percorso dei Comuni italiani nella direzione di una nuova concezione del governo locale: i cittadini che si fanno promotori e attuatori delle politiche urbane e si impegnano, insieme al Comune, a tutelare diritti universali che sono costantemente messi in discussione dall’evoluzione della società. È ovviamente importante l’oggetto del Patto: un pilastro fondativo della nostra Repubblica e, ancor prima, della convivenza sociale negli agglomerati urbani; ma lo è anche il fatto che, in modo originale, il Patto regoli un bene comune immateriale. Per ANCI questa giornata segna un importante precedente nella costruzione di un sistema di regole stabili e di competenze professionali innovative per i Comuni del futuro”.