Giornata densa di appuntamenti quella di oggi, dedicata alla riflessione contro le diverse forme di violenza di cui sono vittime le donne. Maltrattamenti, stalking, femminicidio. Le statistiche non lasciano spazio all’ottimismo, ma è in espansione una mobilitazione collettiva che sarà in grado di incidere sulle coscienze. E anche di modificare quei rapporti di genere, quelli per intenderci dove la sopraffazione e la più semplice forma di maleducazione verranno definitivamente archiviati nel capitolo dell’inciviltà.
Oltre 350 donne sono state uccise, dal 2000 a oggi in Italia per aver lasciato il proprio marito, o il convivente. Quasi la metà nei primi 90 giorni dalla separazione. Il rapporto Eures li definisce i “femminicidi del possesso”, e spesso conseguono alla decisione della vittima di uscire da una relazione di coppia.
La ricorrenza che si celebra oggi ha un elevatissimo valore simbolico. E’ legata all’omicidio avvenuto nella Repubblica Domenicana nel 1960 di Mate, Minerva e Patria Mirabal. Tre sorelle che furono assassinate proprio il 25 novembre 1960 a causa del loro impegno contro la dittatura del generale Rafael Leonidas Trujillo. La data fu scelta quale Giornata Internazionale contro la violenza alle donne nel corso del primo Encuentro Feminista de Latinoamérica y el Caribe, realizzatosi a Bogotà nel luglio del 1981 e fu fatta propria il 17 dicembre 1999 dalle Nazioni Unite, adottando la risoluzione n° 54/134. Invitando i Governi, le Organizzazioni Internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sul dramma del femminicidio e più complessivamente sul fenomeno della violenza contro le donne, l’Onu ha inteso spronare le coscienze. Molte sono le iniziative che organizzano le Circoscrizioni sul proprio territorio, le biblioteche civiche e le Case del Quartiere. Il programma dettagliato di tutti gli eventi della città e dell’area metropolitana è on line sul sito www.irma-torino.it
In Questura, al secondo piano di via Grattoni, nell’area della Divisione anticrimine è stata inaugurata lunedì dal questore Salvatore Longo “la stanza per te”. Si tratta di un ufficio riservato alle donne vittime di violenza. La saletta rappresenta una nuova tappa della proposta dell’Associazione Svolta Donna per creare all’interno di commissariati e caserme spazi protetti, accoglienti e adeguatamente attrezzati, per raccogliere le testimonianze delle donne che si rivolgono alle forze dell’ordine per denunciare violenze su di sé o sui propri familiari.
Tra agosto 2014 e ottobre 2015 i casi di aggressione domestica affrontati dalla Questura torinese sono stati 516, nel 32% dei casi relativi si è trattato di maltrattamenti. Di questi, 392 hanno portato a vere e proprie denunce. La Città Metropolitana si impegnerà nelle 11 zone di competenza ad aprire 17 salette analoghe rispettivamente nelle stazioni dei carabinieri, negli uffici della polizia locale oltre che nei commissariati.
I casi di violenza sulle donne affrontati dalla Polizia tra l’agosto 2014 e l’ottobre scorso hanno portato a 33 arresti, a 184 denunciati e a 12 provvedimenti dell’autorità giudiziaria. Sono stati 124, invece, i casi in cui le presunte vittime che si erano presentate a chiedere aiuto hanno preferito non sporgere denuncia.
In mattinata Ilda Curti e Monica Cerutti, rispettivamente responsabili delle politiche di pari opportunità di Comune e Regione sono intervenute al Palagiustizia dove per tutto il giorno gli avvocati si confrontano con l’adeguatezza della legislazione del diritto di famiglia nei confronti delle vittime. Un appuntamento dedicato ai diritti umani, promosso per offrire spiragli possibili allo sguardo crudo verso la prostituzione, verso i percorsi di sostegno alle donne vittime di tratta, per dire basta alle mutilazioni genitali femminili. E se le due rappresentanti delle istituzioni hanno assicurato il sostegno della collettività piemontese, toccherà nel pomeriggio al vicesindaco Elide Tisi trarre le conclusioni.
Tra i diversi altri incontri della giornata rientra quello che inizierà alle 15 con il saluto del sindaco Piero Fassino a Palazzo Civico, organizzato dalla Consulta Comunale Femminile. La finalità dell’appuntamento è divulgare la conoscenza delle attività istituzionali e di impegno svolte da persone che operano con continuità a Torino a favore delle donne che subiscono violenza. Le vittime della violenza possono contare, oltre alle forze dell’ordine, su sostegni da parte di strutture e associazioni che fanno capo al Coordinamento Cittadino e Provinciale Contro la Violenza alle Donne. Dalle Case protette di cui si occupa il Centro antiviolenza del Comune, agli ospedali dove appositi centri si fanno carico del primo soccorso alle vittime, alle Associazioni femminili presenti in Consulta, Torino cerca di sostenere e aiutare le donne a superare il dramma della violenza. La Consulta Femminile si è accostata al problema attraverso due gruppi di lavoro che hanno puntato su percorsi di formazione sul tema della violenza domestica. Interverranno il presidente del Consiglio comunale Giovanni Porcino, il Vice Sindaco Elide Tisi, l’assessore Ilda Curti, il Presidente della Consulta Adriana Stramignoni. I relatori Paola Castagna, Valeria Rubino, Chiara Comuzio, Patrizio Schinco esporranno alcune delle azioni intraprese dalla Città per sostenere le vittime della violenza. Alle 17 un breve intervallo musicale precederà la presentazione dei progetti della Consulta Femminile Comunale e si concluderà con un riconoscimento ai collaboratori dei progetti già conclusi.
Torino e molti comuni dell’area metropolitana hanno aderito alla campagna di sensibilizzazione “Posto Occupato”. Posto occupato è la metafora dell’assenza, dovuta alla sopraffazione. Nella giornata di oggi a Palazzo Civico sono stati allestiti due spazi. Nel salone bollatrici e nella Sala Carpanini è stata sistemata una sedia con appoggiato un accessorio femminile.
Alle 18 a Porta Nuova, di fronte al tabellone degli “Arrivi-Partenze” (in corrispondenza dei binari 8-10) si svolgerà un flash mob organizzato dal Coordinamento cittadino e provinciale contro la violenza sulle donne e dalla Città metropolitana. Per partecipare al flash mob, hanno spiegato oggi gli organizzatori, occorrerà indossare un indumento o un accessorio di colore arancione (colore scelto dall’Onu come simbolo di un futuro senza più violenza sulle donne). L’appuntamento si aprirà con una breve coreografia al termine della quale i partecipanti si riuniranno sotto il tabellone, incroceranno le braccia e diranno a voce alta “No alla violenza, insieme vinciamo!”.
Dopodomani, venerdì, alle 15 alla ex Curia Maxima, Sala Norberto Bobbio, in via Corte d’Appello 16 nel corso di un incontro aperto al pubblico e moderato dalla giornalista Milena Boccadoro saranno presentati i risultati della seconda indagine ISTAT sulla violenza contro le donne. Insieme a Linda Laura Sabbadini, direttrice del Dipartimento Statistiche Sociali e Ambientali dell’Istat, interverranno il Prefetto Paola Basilone, il Vicesindaco Elide Tisi, Ilda Curti e Monica Cerutti, rispettivamente responsabile delle politiche di pari opportunità di Comune e Regione e la consigliera ai diritti sociali e parità della Città Metropolitana Lucia Centillo.
Ma le iniziative non si concludono qui. I contenuti di un patto per la promozione di una cultura della non violenza nei confronti delle donne e delle pari opportunità tra il Comune e l’associazione dei commercianti, in rappresentanza dei 16 mila imprenditori, è stata sottolineata nei giorni scorsi da Maria Luisa Coppa, Presidente dell’Associazione commercianti. L’Ascom è punto di riferimento per le aziende già strutturate e per le giovani leve imprenditoriali che iniziano l’attività. Il commercio è una risorsa capillare di competenza, di sensibilità e di accoglienza per il territorio. Realizzare una connessione favorirà un percorso stabile che intende rivolgersi alla collettività, chiamare le persone a interrogarsi, coinvolgendo e allargando la consapevolezza della cultura della non violenza. Ampliare le azioni attraverso il coinvolgimento delle imprese e delle associazioni di categoria, quotidianamente in contatto con la cittadinanza, non fa che favorire la consapevolezza dell’importanza delle azioni di prevenzione e contrasto che promuovano la solidarietà come valore dell’individuo e della comunità. Collaborare per lo sviluppo di azioni volte a denunciare e prevenire la violenza e operare per il rispetto della rappresentazione di genere e per evitare la diffusione, nella comunicazione, di stereotipi di genere e visioni degradanti del femminile, è uno dei punti fondamentali dell’accordo. Il femminicidio è spesso un’escalation di violenze e vessazioni di carattere fisico: i dati disponibili indicano un’elevata frequenza di maltrattamenti pregressi a danno delle vittime.
Milleottocento taxi e ottocento biciclette del bike sharing ospiteranno per due settimane il messaggio della campagna contro la violenza. E 150 farmacisti di Torino e provincia si prodigheranno, mettendo nelle vetrine i manifesti della campagna antiviolenza. Già in queste giornate e fino al 27 novembre nelle stazioni della metropolitana vengono proiettati brevi video che pubblicizzano il numero verde nazionale antiviolenza 1522, i tredici enti aderenti alla Rete dei Comitati Unici di Garanzia della città distribuiscono ai loro dipendenti una spilla con il messaggio “no violence”.