di Luisa Cicero
Le migrazioni dei popoli disegnano nuovi scenari, nuove comunità, nuovi rapporti: in occasione dell’Epifania, Torino ha inteso celebrare la predisposizione all’accoglienza di una città che ha fatto dell’incontro con gli altri il proprio tratto distintivo. Un’occasione per conoscere e valorizzare una cultura di culture che rappresenta un motore primario di crescita e uno dei valori fondanti della storia della nostra città.
In piazza Castello, nel pomeriggio, si è esibito il Coro Moro: da Gambia, Ghana, Sierra Leone e Senegal, un ensemble di richiedenti asilo e rifugiati politici che sa coniugare con energia, creatività e ironia canzoni popolari, principalmente in dialetto piemontese, con sonorità e testi della tradizione africana. Un messaggio diretto e sincero: la musica, nelle sue antichissime origini, non conosce confini né appartenenza.
La serata è continuata con uno spettacolo a cura di OPS – Officina Per la Scena, tratto dal libro di Fabio Geda ‘Nel mare ci sono i coccodrilli’: la fuga drammatica e solitaria di Enaiatollah, 10 anni, attraverso miseria, violenza, paura. L’odissea di un giovane e ironico Ulisse che in Italia, proprio a Torino, ha trovato un posto dove smettere di lottare per la sopravvivenza e riconquistare il suo sorriso di bambino. “Questa è la storia di un viaggio. Del viaggio di Enajattholla. Enaiat è un ragazzino come tanti, di 10 anni, che ad un certo punto è costretto a partire. Enajat potresti essere tu o io, anzi siamo tutti noi Enajat, solo in situazioni diverse. Ecco questo è un viaggio che potremmo fare tutti in situazioni diverse”.
Tutti gli appuntamenti di ‘A Torino un Natale coi fiocchi’ in programma sono sul sito: www.nataleatorino.it