di Mauro Gentile
Un libro e una mostra che descrivono un Papa molto affezionato a Torino e ai torinesi. Il Pontefice in questione è Karol Wojtila, la cui vita è raccontata dal giornalista Antonio Preziosi nelle pagine di “Immortale. Da Lolek a San Giovanni Paolo, la grande storia di un uomo venuto da lontano”, libro che è diventato anche un’esposizione allestita nelle sale dell’ Archivio di Stato in piazza Castello, con fotografie e oggetti appartenuti a Giovanni Paolo II. Papa Wojtila venne a Torino nel 1978, per venerare la Santa Sindone, ma allora era ancora cardinale. Ci tornò due anni dopo, ma con indosso la veste bianca del capo della cristianità cattolica, e allora mostrò che il suo rapporto con Torino era davvero speciale. “Proprio in quel periodo in cui la città viveva clima di forte tensione – ricordava qualche giorno fa Preziosi nel corso della presentazione della mostra -, Wojtila scelse di incontrare le persone non nel chiuso delle chiese ma in piazza. Parlò ai torinesi mostrando una profonda conoscenza della situazione sociale ed economica della città”.
L’immortale è una narrazione dei fatti più importanti della vita di Karol Wojtila e, al contempo, una miniera di elementi ancora sconosciuti al grande pubblico. Dal giorno dell’attentato in piazza San Pietro, con la suora che ha abbassato il braccio armato di Ali Agca, la corsa verso il Policlinico Gemelli in un’ambulanza con la sirena rotta e la porta della camera operatoria serrata e aperta a spallate. Oppure la foto insieme a Pinochet sul balcone della Moneda, che fu una trappola orchestrata dal dittatore cileno. E poi la Sindone, che Wojtila visitò prima e dopo la salita al soglio di San Pietro e proprio durante il suo pontificato fu donata da Umberto II di Savoia alla Santa Sede.
“Il libro e la mostra – aveva sottolineato il sindaco Piero Fassino – rappresentano un’occasione per conoscere meglio e riflettere sula storia di un Papa che è stato alla guida della Chiesa cattolica per un arco temporale lungo, durante il quale si sono verificati fatti che hanno cambiato il volto del mondo. Un Papa che è stato capace di leggere i caratteri del tempo, che ha vissuto in prima persona passaggi epocali della storia, che ha dato carattere universale alla sua missione pastorale e grande impulso al dialogo interreligioso.”
Di Wojtila, l’arcivescovo Cesare Nosiglia, che gli è stato vicino per tredici anni, aveva ricordato il “desiderio di essere sempre vicino alla gente, di fare il primo passo verso le altre persone, verso chi mostrava di avere bisogno di speranza. Era un parroco a tutti gli effetti. Padre e pastore non solo di cristiani, ma di ogni uomo e di ogni popolo.”
La mostra allestita all’Archivio di Stato (piazza Castello 209) é aperta fino al 2 agosto. Il visitatore può approfondire, o scoprire, la vita di San Giovanni Paolo attraverso 130 fotografie, video e altri documenti d’archivio. Tra gli oggetti esposti una bicicletta appartenuta al giovane Wojtila, la tonaca da cardinale, quella da Papa e pezzi legati alla sua vita da sportivo e amante della natura.