Gli alunni delle scuole primarie e gli studenti degli istituti superiori, insieme ai loro insegnanti e ai ragazzi di Libera hanno sfilato lungo le vie del centro per dire no alla criminalità organizzata.
In settemila hanno voluto essere presenti alla XXI edizione della “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie” che, come ogni anno si svolge il 21 marzo, ossia il primo giorno di primavera.
Anche quest’anno la lettura in contemporanea dei nomi dei caduti per mafia, unirà Messina (città capofila scelta per questa edizione) con altri luoghi d’Italia tra cui Torino.
Il cammino ventennale di questa manifestazione ha visto ad ogni edizione la partecipazione numerosa e convinta dei giovani, delle vedove, dei figli senza padri, delle madri e dei fratelli che con i loro cammino segnano il confine tra la legalità e l’illegalità; tra la dignità e la codardia, tra l’essere donne e uomini liberi e coloro i quali a vario titolo sono stati e sono conniventi con la mafia, con tutte le mafie.
“Ponti di memoria, Luoghi di impegno“: questo il tema scelto per l’edizione 2016. Ecco allora che le centinaia di bambini e studenti delle scuole portano in corteo e indossano ponti fra “legalità e libertà”, “della pace e dei diritti”, ponti su cui “passa la felicità”.
Dal palco in piazza Carignano, prima del suo saluto ai ragazzi, il sindaco Piero Fassino ha voluto stringersi idealmente intorno ai genitori, agli amici, ai compagni di studio di Serena Saracino, esprimendo “dolore e sofferenza per la scomparsa improvvisa e assurda della giovane studentessa torinese e degli altri ragazzi morti nell’incidente di Terragona in Spagna”.
“La criminalità organizzata è un cancro – ha detto il sindaco Fassino – che corrode dall’interno la comunità. Oggi ribadiamo che la memoria è necessaria per combattere due rischi, l’oblio e l’assuefazione”. “Le 900 persone che oggi vengono ricordate – ha aggiunto il sindaco – sono uomini e donne che hanno pagato con la vita il non volersi piegare, l’aver voluto resistere alla mafia, l’aver affermato con il loro eroismo, con il loro coraggio e con la loro determinazione le ragioni della dignità e le ragioni della verità. Abbiamo il dovere di non dimenticare”.