dia Gianni Ferrero
Voi siete la parte migliore del Paese, quella in grado di rilanciare il futuro. A voi professori e studenti chiedo di provare a esprimere idee coraggiose e tenaci e a realizzare i vostri sogni. Al Politecnico c’è il futuro del made in Italy che non è solo il vestito, il cibo, la cultura o l’arte, ma innanzitutto la qualità dell’ingegneria e dell’architettura italiana. Me lo dicono gli interlocutori che incontro girando nel mondo. Ma noi sembriamo non averne consapevolezza neanche quando le cose tornano a girare in positivo. Il vostro compito è costruire l’idea che l’Italia abbia un domani più autorevole di quello finora immaginato”. E’ riassunto in questi concetti, di forte incitamento, l’intervento del presidente del Consiglio Matteo Renzi, invitato all’inaugurazione del 155° anno accademico del Politecnico (“Qui nasce l’innovazione del nostro Paese”) che si è celebrata poche ore fa nell’aula magna di corso Duca degli Abruzzi.
Nella sua lunga relazione il rettore Marco Gilli ha tratteggiato il profilo di un ateneo aperto alla ricerca e all’impresa, a cui sono collegati laboratori di multinazionali come quelli della General Motors, una università accreditata a livello internazionale, con i suoi 33 mila iscritti – il 20% dei quali provenienti da un centinaio di Paesi – e un impiego pressoché garantito, una volta guadagnata la laurea di ingegnere. Tuttavia sono utili risorse, sblocco del turnover di professori e ricercatori, sostegno con borse di studio, premi all’eccellenza in un Paese come il nostro per i corsi distintivi d’istruzione pubblica . Concordando con il rettore, Renzi ha spiegato: “Negare che vi siano diverse qualità nell’università è ridicolo. Ci sono università di serie A e B nei fatti e rifiutare la logica del merito e la valutazione e pensare che tutte possano essere uguali è antidemocratico, non solo antimeritocratico. Ci sono università capaci di competere nel mondo e altre validissime che hanno un’altra funzione. Non si può pensare che tutte e 90 le università italiane stiano insieme nella competizione globale. Ci serve un passo in più affinché le grandi università non siano stritolate dai confini amministrativi. Una grande università ha il compito di stare nello scenario internazionale“. E per meglio far comprendere l’utilità della caparbietà – e vincere sui pessimisti – il presidente del Consiglio ha raccontato come la cupola del duomo di Firenze disegnata da Filippo Brunelleschi, sia merito dell’andare controcorrente dell’architetto che, contro tutti gli scettici, con volontà e forza d’animo, ha consegnato ai posteri un capolavoro di armonia e bellezza universalmente riconosciuto. Renzi non ha mancato di citare i nomi di quanti laurendosi al Poli, per una ragione o per l’altra, si sono distinti nel mondo: da Pininfarina a Olivetti fino a Leonardo Chiariglione, l’inventore dell’mp3: ”E’ qui che si è smaterializzata per la prima volta la musica”. Politecnico e città di Torino sono in simbiosi, ha sottolineato il presidente del Consiglio: “Una città che è rinata progettando ogni volta il suo futuro. Vi chiediamo di sognare, di essere geniali, di far valere il talento dei vostri studenti”.