Giovedì 8 settembre la Città di Torino, l’Associazione Famiglie Caduti e Martiri per la Liberazione e le Autorità civili e militari ricorderanno i Caduti con una preghiera universale; il corteo omaggerà con una corona il Sacrario della Resistenza e la lapide con i nomi degli ebrei deportati e mai più tornati. Su 500, soltanto una trentina si salvarono. Appuntamento al Cimitero Monumentale alle ore 9,30.
Sono trascorsi settantatré anni dalla sera dell’8 settembre 1943, quando ai microfoni dell’Eiar (Ente italiano per le audizioni radiofoniche, la radio del Regime per vent’anni), in un famoso comunicato, il generale Pietro Badoglio, maresciallo e capo di governo, rese pubblico l’armistizio di Cassibile firmato in gran segreto con gli angloamericani il 3 settembre. All’annuncio seguì la precipitosa fuga notturna da Roma della famiglia reale del governo e del comando supremo. La notizia dell’armistizio è pubblicata dai giornali italiani il giorno dopo, come riporta il Corriere della sera del 9 settembre 1943. E’ il caos. I soldati italiani, un milione e novantamila sul territorio nazionale e novecentomila nei paesi occupati (Francia, Croazia, Grecia e Jugoslavia), sono allo sbando. I tedeschi con cui si era alleati sino a poco prima, disarmano le truppe italiane mal equipaggiate e con armamenti inadeguati per reagire. Molti vengono uccisi, altri fatti prigionieri e rinchiusi nei campi di concentramento nazisti. In migliaia vanno in montagna a combattere. Inizia il periodo più sanguinario della storia italiana. Ci vorranno ancora venti mesi prima della Liberazione.