Il dono di Papa Francesco alla città di Torino – il milione e 200mila euro di offerte raccolte in Duomo durante l’ostensione della Sindone e nelle parrocchie torinesi lo scorso 7 giugno, in occasione della Giornata della Carità – sarà impiegato per dare un alloggio a famiglie senza casa e in particolare difficoltà economica, per aiutare giovani disoccupati a trovare un lavoro e per assicurare sostegno a quei nuclei in cui sono presenti disabili o malati.
Ad annunciarlo questa mattina è stato l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, nel corso di un incontro con i giornalisti in occasione dell’inizio dell’Anno pastorale. “Fra le tante povertà di cui si soffre oggi – ha spiegato Nosiglia – si è scelto di mirare gli interventi non solo alle emergenze, ma a problemi strutturali di famiglie e persone che la crisi economica ha reso più gravi e diffusi. Proporremo – ha aggiunto il presule – servizi per un’attenzione non passeggera, ma continuativa nel tempo, per le famiglie che debbono sottostare allo sfratto incolpevole o bisognose d’aiuto per situazioni particolari di disagio, per la casa, il lavoro e il sostegno dei minori, per le cure sanitarie a propri congiunti e per i giovani senza lavoro”.
L’arcivescovo ha inoltre tenuto a sottolineare che le risorse raccolte attraverso le offerte serviranno tutte per dare un aiuto concreto a chi ha più bisogno e non verranno usate per pagare spese di personale, servizi o per altre necessità di tipo organizzativo.
Per essere subito operativi, si partirà affidandosi a programmi, strumenti e risorse professionali di Caritas, Migrantes, Fondazione Operti e – come ha sottolineato Pierluigi Dovis, direttore di Caritas Torino – “a progetti già esistenti e alla collaborazione con enti pubblici”, come nel caso delle diverse iniziative già avviate insieme al Comune di Torino e ad altre istituzioni.
Un lavoro “in rete”, ancora una volta, per rispondere nel modo migliore e più tempestivo alla crescente domanda di aiuto che giunge in un momento di grande difficoltà per tante famiglie torinesi, come ha spiegato a Torino Click il direttore diocesano della Pastorale della Salute, don Marco Brunetti.
A proposito di torinesi e solidarietà. Dopo l’invito di Papa Francesco e la proposta dell’arcivescovo Nosiglia sull’accoglienza dei profughi, in città e in tutta la diocesi torinese un centinaio di famiglie ha già comunicato di essere disponibile a ospitare uno o più migranti, in casa propria o mettendo a disposizione un appartamento.