Questa mattina è stata avviata e si è conclusa la liberazione della “Palazzina Marrone” del MOI. Centosei le persone – senza tensioni, con ordine e in clima disteso – che sono state trasferite questa mattina in alloggi. Nel mese di agosto l’equipe che segue il progetto sarà presente e seguirà i singoli casi e, dai primi di settembre, inizierà a ragionare in un quadro complessivo che è l’obiettivo di questo progetto.
Casa, lavoro, formazione e progressiva autonomia delle persone: questi gli obiettivi fondamentali del “Progetto MOI, Migranti, un’Opportunità di Inclusione”. “Continueremo a lavorare – spiega la sindaca Chiara Appendino – nella consapevolezza che condizioni di occupazione professionale continuativa e di abitazione stabile possano assicurare loro una vita dignitosa e un inserimento positivo per loro e per la comunità che le ha accolte”.
Il progetto, con caratteristiche di forte sperimentazione, prevede di agire sulla costruzione di processi di integrazione e inclusione sociale di lungo periodo, senza perdere di vista il contesto nel quale si opera e le grandi sfide che i fenomeni migratori pongono alle nostre comunità. Si tratta di un’iniziativa che si propone di affrontare concretamente ed efficacemente la cosiddetta “questione della terza accoglienza”, in particolare il caso dei titolari di protezione internazionale e umanitaria che, conclusi i percorsi di accoglienza, pur avendo titolo a restare in Italia, non hanno raggiunto un livello sufficiente di autonomia lavorativa ed abitativa.
Il risultato di oggi è frutto di mesi di dialogo e confronto e conferma che il lavoro di squadra, costituita da Comune di Torino, Regione Piemonte, Prefettura, Questura, Diocesi e Compagnia di San Paolo, ha funzionato. Fondamentali sono state le collaborazioni sia di enti e associazioni che operano nel campo dell’accoglienza, sia delle agenzie formative e d’inserimento lavorativo e il mondo del terzo settore e del volontariato attive sul territorio di riferimento e in generale a Torino.
Attenzione particolare è stata e sarà dedicata alle persone in accoglienza e a quelle che hanno aderito a percorsi d’inserimento lavorativo. D’altro lato si allargherà la platea dei beneficiari proseguendo con le interviste di mappatura al fine di raccogliere informazioni sugli occupanti e delineare dei percorsi rivolti all’autonomia. L’esperienza acquisita mostra inoltre come le attività di accompagnamento giuridico e la sottoscrizione dei patti individuali di accompagnamento, permettono di stabilizzare i percorsi individuali in un’ottica di medio/lungo periodo.