di Mauro Gentile
Un anno fa, quando le attività avevano preso il via solo da qualche settimana, erano una ventina i ragazzi stranieri (minori non accompagnanti), che lo frequentavano nella mezza giornata di apertura e cinque le persone che erano impegnate nella gestione del centro.
Oggi, passati dodici mesi dalla sua inaugurazione, Civico Zero Torino offre accoglienza e servizi per tutta la giornata, impiega dieci persone tra educatori, mediatori culturali, operatori sociali e volontari e, soprattutto, ha più che raddoppiato il numero dei giovani migranti che si rivolgono quotidianamente a questa struttura aperta la scorsa estate in piazza della Repubblica 22, grazie a un progetto di collaborazione che ha coinvolto la Città di Torino e Save the Children, l’organizzazione internazionale che da quasi un secolo si dedica a salvare la vita dei bambini e a tutelarne i diritti.
“All’inizio venivano una ventina di ragazzi, mentre – ricorda l’educatrice Cristina Ragionieri, del servizio Minori della direzione comunale Politiche sociali – oggi sono almeno cinquanta quelli che si presentano ogni giorno da noi per seguire le iniziative che proponiamo loro”.
Civico Zero organizza momenti di socializzazione e formativi, come i corsi di lingua italiana, di fotografia o gli insegnamenti più pratici sulle norme di comportamento e sul modo corretto con cui rapportarsi con le altre persone, o come le attività culturali e sportive con le visite alla città, ai suoi musei, le nuotate in piscina, le partite di calcio e altro ancora. Ma nelle tre stanze al piano terreno del 22 di piazza della Repubblica vengono assicurati anche servizi che rispondono a più basilari necessità, come l’offerta della prima colazione per chi non è ancora inserito in una comunità.
Il centro Civico Zero è frequentato prevalentemente da maschi tra i quattordici e i diciassette anni, in maggioranza di origine egiziana (il resto viene da Marocco, Senegal, Gambia, Mali e Nigeria). Sono ragazzi che cercano a Torino un’opportunità di integrazione o sono solo di “passaggio” perché l’obiettivo che si pongono è quello di raggiungere altri paesi europei per costruire il loro futuro. La maggior parte di essi, per il periodo di permanenza nel capoluogo piemontese, è ospite di comunità per minori o affidata a famiglie.
E a questi ragazzi – molti dei quali, per raggiungere l’Italia, hanno affrontato da soli un viaggio terribile e nel nostro Paese sono fortemente esposti al rischio di violenze e sfruttamento – Civico Zero si propone come luogo sicuro dove essere accolti, ricevere informazioni sui diritti, in cui poter contare su protezione adeguata e assistenza e, al contempo, avere anche la possibilità di imparare l’italiano, di seguire corsi di formazione e di vivere, come ogni adolescente ne avrebbe diritto, anche momenti di svago in compagnia di coetanei. Una missione, quella del centro di piazza della Repubblica 22, che, come testimoniato dai numeri dopo il primo anno di attività, prosegue con successo.