di Mauro Gentile
Armati di ramazza, tanta buona volontà e voglia di fare, hanno iniziato stamane la loro attività come volontari impegnati in lavori di pulizia di giardini e spazi verdi in diverse zone della città. Sono profughi e rifugiati titolari di protezione internazionale inseriti in percorsi Sprar che, attraverso un progetto lanciato da Città di Torino e Amiat, hanno accettato l’invito a svolgere gratuitamente piccoli lavori per la comunità, quella torinese, che ha offerto loro ospitalità. Un gesto, quello dei migranti, che – ha sottolineato il sindaco Piero Fassino – “rappresenta una forma di restituzione e contributo alla vita della città che li accoglie e che corrisponde alle aspettative dei cittadini. I numeri e la voglia di partecipare – ha aggiunto Fassino – sono un ottimo segnale.”
Una ventina di ragazzi giunti nel capoluogo piemontese da Nigeria, Afghanistan e da altri Paesi del mondo oggi teatro di guerra, violenza e oppressione, si sono svegliati questa mattina all’alba per andare in una delle sedi dell’azienda torinese che si occupa della raccolta rifiuti, hanno indossato un cappellino blu e una pettorina gialla con la scritta “Grazie Torino”, hanno preso gli attrezzi da lavoro e sono saliti sul mezzo che li ha portati al giardino da pulire e mettere in ordine.
“Una bella esperienza per tutti – ha commentato il vicesindaco Elide Tisi -per loro e per la città. Un’iniziativa che aiuta a comprendere che chi arriva da altri Paesi può non essere un problema ma, al contrario, una risorsa”.
Le attività, svolte come detto a titolo volontario e gratuito, sono organizzate in moduli di dodici settimane ciascuno e coinvolgono, per ogni modulo, venti persone con un impegno, per ognuna di loro, di 6 ore ogni sabato mattina. Sono organizzati in squadre miste costituire da migranti e dipendenti dell’azienda raccolti rifiuti e operano in strade e piccoli spazi verdi di tutte le Circoscrizioni cittadine.