a cura di Luisa Cicero
PIETRO MARCENARO, politico e sindacalista, presidente del Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà di Torino, è uno dei coordinatori Scientifici e Organizzativi di Biennale Democrazia.
Quali sono le linee guida della sezione “I grandi discorsi della Liberazione”, la scelta degli argomenti di quest’anno, il loro rapporto con la contemporaneità e le “Liberazioni” degli altri, oggi.
Si possono trovare tre linee fondamentali.
Nel 2015 ricorrono i cento anni dall’ingresso dell’Italia nella Prima guerra mondiale e si celebra il settantesimo anniversario della Liberazione: questa è la prima linea che ci dà lo spunto per riflettere sul significato della memoria, sugli errori commessi nel passato e sulle lezioni che ne abbiamo tratto, concorrendo alla formazione di ciò che siamo oggi.
Il 29 marzo, al Teatro Carignano, Giuseppe Cederna leggerà le ‘Lettere della giovinezza’ di Vittorio Foa, documento straordinario, che ha segnato la storia. In otto anni, tre mesi e otto giorni di reclusione Foa scrisse 525 lettere. Questo ci indica come in carcere, e in una situazione di forte isolamento possa nascere e crescere un pensiero che in qualche modo ha costruito una base per quella che è la grande esperienza della Costituzione.
La seconda linea è data dalla lettura del discorso di Churchill ‘La guerra, la liberazione’ commentato dall’importante storico inglese Adrian Lyttelton, il 26 marzo al Teatro Gobetti. Churchill mette l’accento sui doveri che la democrazia impone sia agli stati sia ai cittadini. Si tratta di un discorso così diverso da quello a cui assistiamo oggi, altroché promettere tutto a tutti! Churchill prometteva “sangue, fatica, lacrime e sudore”. Faceva parte di quei leader politici non alla ricerca di una popolarità immediata ma di quella fama che metteva basi solide su cui costruire la società di un paese.
La terza linea ha al centro la questione della Germania. Il 29 marzo nell’Aula Magna Cavallerizza Reale Anna Foa e Norbert Frei discuteranno di Germania ed Europa passato e presente. In questi tempi in cui si assiste al ritorno dei conflitti e in cui la Comunità internazionale dovrà affrontare il problema della riconciliazione è davvero importante capire com’è avvenuta quella della Germania con l’Europa dopo una guerra tremenda.
Come si declina il tema passaggi in questa sezione?
La parola passaggi si può declinare su ogni punto, su ogni cosa. Il ‘passaggio’ più che un momento indica un atteggiamento. Cioè guardare dentro i fatti che capitano per capire che cosa rimane, che cosa cambia, qual è la dinamica che c’è dentro ciascuna situazione. Il dialogo che attiva Biennale Democrazia serve a tutti noi per capire un po’ meglio i passaggi di oggi, in un momento così delicato e difficile per tutti in cui è essenziale il bisogno di pensiero e al tempo stesso è presente la carestia dello stesso pensiero per cui si rischia di affamare gli intelletti.
Per quali motivi i cittadini dovrebbero partecipare a Biennale Democrazia 2015?
È un’occasione non solo per ascoltare, riflettere e imparare. Biennale Democrazia è soprattutto un’occasione per sentirsi parte di una comunità che non si ferma alle frasi fatte ma che ha la pretesa di capire e di discutere. La comunità che in questi anni ha frequentato Biennale è fatta da decine di migliaia di persone molto diverse, per età e idee. Tutta questa gente è però accomunata dall’apertura e dalla volontà di capire e di non banalizzare il mondo; di riconoscere le difficoltà della società e del tempo in cui viviamo e provare ad affrontarle insieme agli altri, soprattutto insieme a quelli che hanno studiato ed elaborato cose da dire.