Un bambino con l’autismo ha difficoltà a relazionarsi con gli altri, ma forse è anche una persona con una diversa percezione della realtà. Oggi operatori sanitari, docenti, volontari e genitori si sono confrontati nella Sala Bobbio di via Corte d’Appello 16 a Torino sul tema “Prospettive e opportunità di evoluzione della piattaforma touch for Autism – t4A”, un’occasione per “capire come rendere le città davvero smart per le famiglie con bambini autistici”. L’evento è stato organizzato da Città di Torino e Regione Piemonte, in collaborazione con la Fondazione Torino Smart City, Ufficio scolastico regionale del Piemonte, C.A.S.A. – Centro autismo e sindrome di Asperger, Asl Cn1 e Csp. Un dato positivo, offerto da Franco Fioretto, direttore del servizio di neuropsichiatria infantile dell’Asl Cn1, emerge dal confronto: oggi il 6 per cento dei bambini trattati precocemente sono guariti, un primo segnale che dall’autismo si può uscire e che fa ben sperare per il futuro.
t4A è un modello di innovazione sociale che ha realizzato una piattaforma tecnologica multilingue e multifunzione e una raccolta di app in grado di guidare la comunicazione, le abilità sociali e personali e di gestire i programmi educativi e abilitativi al servizio del bambino con autismo. La piattaforma contiene circa mille attività possibili suddivise in dodici aree di intervento: attenzione, imitazione, collaborazione, linguaggio, espressivo e recettivo, comunicazione non verbale, livello cognitivo, abilità sociali, gioco, motricità fine e globale e autonomie. Possono accedervi sia operatori e volontari che operano con i bambini autistici, sia i genitori in cerca di strumenti per accompagnare il loro bambino verso una migliore qualità della vita. È disponibile su Google Play un’app utile a navigare nelle tante risorse del sito e che permette quell’arricchimento di conoscenze tra i genitori che è “l’azione più importante da seguire – ha sostenuto ancora Fioretto – per guidare il cambiamento”. Finora hanno scaricato touch for Autism circa 6000 persone.
La tecnologia permette quindi di creare una piattaforma comune per tutti gli attori della cura dell’autismo e di trovare quindi anche un percorso, un linguaggio, un protocollo di lavoro comuni. “È infatti necessario mantenere alto il livello di integrazione tra operatori, famiglie e istituzioni – ha sottolineato il vicesindaco di Torino Elide Tisi in apertura dell’incontro – anche per utilizzare le risorse in modo efficiente, vista la loro scarsità; questo avviene grazie alla tecnologia che offre soluzioni utili a tutti coloro che ogni giorno si confrontano con gli oltre 500 bambini che in Piemonte vivono l’esperienza dell’autismo”. Cinquecento bambini, mille genitori, 1500 insegnanti, altri 500 tra educatori e volontari: è questo l’universo autismo in Piemonte.
Enzo Lavolta, assessore all’Innovazione e all’Ambiente della Città e presidente della Fondazione Torino Smart City, ha chiuso gli interventi di operatori sanitari, funzionari e tecnici con due considerazioni. “La smart city è una città inclusiva, e questo incontro apre una nuova dimensione al nostro progetto di città intelligente. Tra poche settimane ci occuperemo delle risorse offerte dal Piano operativo nazionale e cercheremo di riservare una parte di esse al tema dell’inclusione sociale. Inoltre, questa particolare forma di stare al mondo ha bisogno di altri strumenti; mi piacerebbe consolidare il fatto che la scatola di strumenti a disposizione dell’autismo continuasse a crescere. Ho visto una presa di responsabilità comune da parte di tutte le persone a vario titolo coinvolte – ha concluso Lavolta – e la volontà di riorientare, cedendo una parte delle proprie peculiarità, lo sguardo in un’unica direzione”.
Mauro Marras