Ha inaugurato oggi l’ex edicola-chiosco di Porta Palazzo in piazza della Repubblica 1/F. Sarà la sede della Portineria di comunità “Lo Spaccio di cultura” che, da un lato, offrirà servizi in grado di far risparmiare tempo alle persone impegnate nella routine quotidiana e, dall’altro lato, aiuterà le persone a rischio di emarginazione sociale, offrendo un lavoro a uomini e donne in difficoltà, anche a causa di un contesto urbano che lascia poco spazio all’incontro e alla socialità. Questo obiettivo, nel segno dell’innovazione sociale, è stato riconosciuto dall’Unione europea come buona pratica nei mesi di lockdown.
Il servizio di portineria era stato lanciato già a ottobre seguendo il modello francese di Lulù. I due portinai giravano per il centro di Torino su una bici a tre ruote per consegnare fiori, spesa, pacchi. Servizi a pagamento che continueranno a essere offerti insieme a servizi di sos tecnologia, commissioni in uffici pubblici, mini traduzioni, babysitting, dogsitting, consegna fiori. Ma la Portineria di comunità è anzitutto un luogo di cultura, dove molti gruppi di cittadinanza attiva si stanno organizzando con piccoli laboratori, concerti. Sarà anche punto informativo per le attività culturali e turistiche della città. Nei mesi primaverili ed estivi, inoltre, diverrà un punto di riferimento per studenti e adolescenti che potranno incontrarsi, studiare o passare del tempo all’aria aperta, grazie anche al Wi-Fi gratuito intorno allo spazio dell’edicola dove saranno sistemati alcuni tavolini. Per far sì che tutto il territorio collabori, oggi alla presenza delle autorità e dei vecchi edicolanti, è stato anche firmato un Patto di comunità, un documento nel quale si ribadisce l’idea di una società che vuole tornare a occuparsi concretamente delle persone. I firmatari si impegneranno, ciascuno con le proprie competenze, a fare crescere azioni di reciproco aiuto.
Come richiedere i servizi della Portineria
La struttura è stata concessa dal Comune e resterà aperta per una prima fase dalle 9.30 alle 18, dal lunedì al sabato. Chi vorrà, potrà richiedere i servizi di portineria
Non solo servizi ma anche Spaccio di cultura
L’idea è di vendere i giornali dando supporto all’edicola dall’altra parte della piazza, nel rispetto della vocazione originaria dello spazio. Inoltre, dal primo luglio la Portineria è anche diventata un punto verde, grazie al bando della Città. Quindi sono stati programmati laboratori, incontri, cinema, musica e teatri.
La Storia
“Lo Spaccio di Cultura” La Portineria di Comunità è uno dei 15 progetti di innovazione sociale sostenuti dalla Città di Torino, attraverso il bando ‘Torino social factory, cofinanziati dal Pon Metro Programma Operativo Città Metropolitane 2014 – 2020 e ideato da Rete Italiana di Cultura Popolare in partenariato con Ufficio Pastorale Migranti e Nessuno è straniero. I progetti della Rete per l’attivazione di comunità e la promozione di cultura e solidarietà sono sostenuti dalla Fondazione CRT che è anche partner di una comune iniziativa alle OGR per coinvolgere il tessuto sociale e produttivo attorno ai temi dell’innovazione e della creatività. L’edicola ha potuto godere di un restauro e una veste moderna Grazie al Bando Rincontriamoci della Fondazione Compagnia di San Paolo. Da due anni la Rete ha stretto un’alleanza anche con una delle più importanti aziende Made in Torino, Lavazza, con cui collabora a progetti sociali con ricadute sul territorio sostiene la portineria nei progetti contro la dispersione scolastica.
‘La Portineria di Comunità è un luogo dove offrire e ricevere servizi e informazioni, allacciare rapporti, scambiare fiducia e costruire microprocessi di reciproca conoscenza che rendano più vivibile la comunità per tutti”, afferma la sociologa e presidente della Rete italiana di cultura popolare, Chiara Saraceno.
“Promuovere l’innovazione sociale è un obiettivo che lega la Fondazione CRT e la Rete Italiana di Cultura Popolare, ancora insieme per un progetto originale di rigenerazione urbana, coesione, inclusione: un luogo di relazioni fondate su figucia per far rinascerelegami di socialità interrotti durante il lockdown. Nei prossimi due anni costruiremo con la Rete una Comunità di prossimità con i residenti e il tessuto sociale e produttivo attorno alle OGr, connotandole come Officine della partecipazione”, dichiara il Segretario Generale della Fondazione CRT e Direttore Generale delle OGR, Massimo Lapucci.
“Unire servizi per il quartiere e progetti culturali, mettendo in relazione bisogni e potenzialità, fornendo un punto fermo di contatto con le persone: guardo con molto interesse a questa sperimentazione, perché potrebbe diventare un modello da cui partire per la costruzione di una rete di “portinerie di comunità” a livello cittadino”, afferma l’Assessore alle Pari Opportunità e Integrazione, Marco Giusta.
“In tempi di grandi diseguaglianze le innovazioni tecnologiche sono ancora più rilevanti, ma sono solo alcuni degli strumenti in grado di migliorare la qualità di vita delle persone. Serve un tipo di innovazione sociale che crei nuovi modelli di società più solidale ed equilibrata e che coniughino la connessione tra punti di necessità e punti di abbondanza. Per questo guardiamo con interesse al progetto di Portineria di comunità che mira a far incontrare fasce deboli della popolazione (chi è senza occupazione) con fasce benestanti (con buoni stipendi ma poco tempo) in modo che ci sia uno scambio reciproco win-win”, afferma l’assessore all’Innovazione Marco Pironti.
“Inclusione, integrazione, territorio, storie di vita, competenze e formazione sono molti degli elementi caratterizzanti le attività di community engagement di Lavazza. La collaborazione con Rete Italiana di Cultura Popolare ci ha portato a sposare con entusiasmo anche il progetto Portineria di Comunità, a cui prendiamo parte con due obiettivi fondamentali: contribuire alla lotta alla dispersione scolastica e al proseguo del lavoro di mappatura del quartiere Aurora, attraverso il Portale dei Saperi. Queste attività sono anche un ideale seguito di quanto realizzato con il Progetto A.A.A. – Accoglie Accompagna, Avvicina, esempio di come sia possibile un’interazione virtuosa tra il territorio e i soggetti che lo vivono, conciliando le competenze dei singoli e delle imprese con il tessuto sociale e produttivo in cui operano” dichiara Mario Cerutti, Direttore Sostenibilità del Gruppo Lavazza.
“Da tempo sviluppiamo progetti di attivazione delle comunità – commenta Antonio Damasco, direttore della Rete Italiana di Cultura Popolare – e negli ultimi anni abbiamo capito che bisognava mettere in discussione la definizione classica di questo concetto. Per prendersi cura delle comunità in modo efficace e utile, è necessario individuare un nuovo parametro di appartenenza. Molto più che far parte di una medesima cultura, ciò che oggi identifica e dà forza a una comunità è vivere nello stesso luogo. Per mettere in relazione i singoli occorre partire da un criterio geografico e non semantico, facilitando l’incontro dei loro saperi e delle loro narrazioni”.