E’ stato firmato questa mattina, nella sala Rossa di Palazzo Civico, il protocollo internazionale della dichiarazione di Parigi che fa entrare Torino nel Network Fast-Track Cities. Un network di città che si pone l’obiettivo di contrastare l’AIDS, riducendo lo stigma e le discriminazioni nei confronti di chi ha contratto il virus. Ancora oggi la mancanza di consapevolezza e la giusta informazione nei confronti dell’infezione da HIV (Human Immunodeficiency Virus) e della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) costituisce un limite al controllo dell’epidemia.
Una recente indagine – Is HIV sorted – ha riportato che quasi la metà (43%) degli intervistati residenti in Italia ignorano che l’HIV sia un virus e solo il 37% è in grado di definire in modo corretto la sindrome da immunodeficienza acquisita, mentre circa un quarto dei cittadini (27%) ritiene che HIV e AIDS siano sinonimi. I dati dell’indagine riferiscono che a Torino l’87% dei soggetti adulti non si ritiene a rischio di contagio e quasi il 60% non ha mai eseguito un test HIV, mentre il 45% di coloro che l’hanno eseguito almeno una volta l’hanno fatto più di 5 anni prima. C’è ancora molta disinformazione anche rispetto al trattamento dell’HIV basti pensare che quasi il 50% degli intervistati pensa che chi convive con l’HIV e segue una terapia efficacie possa comunque trasmettere il virus ad altri. La mancata percezione del rischio e delle misure di prevenzione, si associa a un approccio sociale negativo nei confronti delle persone con infezione da HIV.
Torino è la quarta città in Italia come nuove diagnosi (108, su 198 nell’intero Piemonte), dopo Roma Milano Napoli. Gli stranieri costituiscono il 35 % circa dei nuovi casi, per lo più provenienti da paesi ad alta endemia (Africa sub sahariana, America Centro – Sud). La modalità MSM si conferma la principale fonte di infezione e comunque i rapporti sessuali non protetti sono causa di infezione nel 96 % dei casi, ormai la TD attiva costituisce meno del 4 % delle cause di infezione. La incidenza maggiore è nella fascia 25-34 anni. Nel circa il 40 % dei casi la diagnosi è tardiva ovvero persone ignare di avere la malattia da almeno 5 -10 anni.
“L’adesione a Fast-Track Cities – afferma l’Assessore ai Diritti Marco Giusta – rappresenta per Torino un chiaro segnale di presa di coscienza del problema. Bisogna costruire una coalizione fra l’amministrazione cittadina, le realtà associative locali, le istituzioni sanitarie e le reti internazionali per favorire una corretta informazione e il superamento dei pregiudizi. La sinergia fra enti e istituzioni è alla base della lotta all’HIV. Grazie al coinvolgimento delle associazioni territoriali auspichiamo l’adozione di pratiche innovative fra cui checkpoint, campagne informative, azioni di contrasto allo stigma che colpisce ancora le persone sieropositive.”