di Luisa Cicero
Si chiama Francesca ed è una studentessa liceale del Convitto Umberto I.
Rappresenterà la Turchia domenica 15 febbraio, alla Cavallerizza, durante l’IMUN Italian Model United Nations. Si tratta della prima simulazione di sedute dell’ONU rivolta agli studenti delle scuole superiori organizzata nel capoluogo piemontese dall’associazione United Network, con il patrocinio della Città e dell’Università di Torino.
Le abbiamo fatto qualche domanda per capire meglio come affronterà l’esperienza.
Ciao Francesca, cosa pensi del progetto IMUN?
Credo che sia un’iniziativa davvero importante soprattutto per i ragazzi della nostra età che si interessano raramente a temi di questo genere. È un’opportunità per imparare a conoscere il mondo delle relazioni internazionali e per aprire i propri orizzonti di conoscenza verso una politica che va oltre quella del proprio Paese.
A quali dei diversi appuntamenti parteciperai?
Io interverrò sia all’incontro di domenica 15 febbraio, sia alla trasferta a New York dal 4 al 7 marzo. Sarà bello raggiungere proprio la Grande Mela, sede di istituzioni così importanti. Se devo dirla tutta, sono molto emozionata e non vedo l’ora di partire! Sono entrambi due momenti importanti, come lo è pronunciare un discorso in pubblico in inglese.
Ci anticipi il tuo discorso di domenica?
Il tema della giornata è la transizione verso la democrazia della Birmania-Myanmar e dello sviluppo economico di questo Paese. Io ho iniziato a pensare alle soluzioni possibili e, siccome rappresenterò la Turchia, uno Stato che non ha grandi interessi nel Sud Est asiatico, ho deciso di non sbilanciarmi più di tanto. Nonostante ciò, farò proposte di sanzioni economiche per impedire l’approvazione di alcune normative che, proprio in Myanmar, violano i diritti civili e umani. In fondo l’obiettivo delle Nazioni Unite è proprio questo, proteggere i diritti umani delle popolazioni mondiali.
Questo progetto influenzerà la tua scelta formativa futura?
Molti dei miei compagni che affronteranno questa esperienza sono intenzionati a iscriversi a facoltà di diritto internazionale o corsi che includono lo studio del diritto e materie simili. Io invece no. Voglio fare tutt’altro. Mi iscriverò a studi umanistici, con indirizzo musicale. Considero questo appuntamento un’esperienza che va al di là del mio futuro percorso universitario e la vivo come un grosso arricchimento personale.