Festival dell’Accoglienza. Dal 14 settembre al 31 ottobre ‘Un cammino da fare insieme’

Più di 100 eventi diffusi e oltre 150 ospiti. Sono i numeri con cui torna per il quarto anno il Festival dell’Accoglienza, manifestazione promossa da Ufficio Pastorale Migranti e Associazione Generazioni Migranti con Fondazione Migrantes e Opera Barolo, e che per l’edizione 2024 ha come tema ‘Un cammino da fare insieme’.

“Per noi – ha detto l’arcivescovo di Torino, Roberto Repole – questo evento ha una valenza grandissima, incontrare lo straniero e accoglierlo per noi ha la valenza mistica di incontrare Cristo e ci permette di scoprire che c’è uno straniero in ogni uomo”. “Quello che mi cattura subito di questo appuntamento è la memoria che faremo di tutti i morti che non sono riusciti neppure a diventare stranieri, perché sono stati inghiottiti dal mare o da qualche altra calamità”, ha aggiunto sottolineando che “o una società è fondata sull’accoglienza o non è una società”.

“Per noi – ha detto l’arcivescovo di Torino, Roberto Repole – questo evento ha una valenza grandissima, incontrare lo straniero e accoglierlo per noi ha la valenza mistica di incontrare Cristo e ci permette di scoprire che c’è uno straniero in ogni uomo”. “Quello che mi cattura subito di questo appuntamento è la memoria che faremo di tutti i morti che non sono riusciti neppure a diventare stranieri, perché sono stati inghiottiti dal mare o da qualche altra calamità”, ha aggiunto sottolineando che “o una società è fondata sull’accoglienza o non è una società”.

Tema evidenziato anche dal sindaco Stefano Lo Russo che ha ricordato come Torino sia una città “che per molto tempo è stata di frontiera e ha sempre rappresentato un’occasione di riscatto, di una vita migliore, ha trovato in questo le sue cifre caratterizzati e deve continuare a porre l’accoglienza come sua cifra distintiva”.

Il Festival, sostenuto da Compagnia di San Paolo e Fondazione Crt, raggiungerà anche Trieste per una tre giorni ‘alle porte dell’Italia’. “Un festival di comunità – conclude il curatore Sergio Durando – che si sviluppa in un periodo in cui crescono la chiusura, le guerre, i fenomeni di caporalato e di sfruttamento e il filo conduttore di molti incontri sarà l’esperienza della convivenza e l’impegno per la pace”.