Fornire un supporto telefonico a tutti coloro che in questo periodo difficile si trovano in condizione di fragilità psicologica ed emotiva.
Per far fronte a questa esigenza è attivo lo sportello “Psicologi dell’Emergenza”, al numero di telefono 011 01137740, operativo tutti i giorni della settimana con orari 10-12 e 14.30-16.30, o tramite mail coronavirupsi@gmail.com, a cui possono rivolgersi gratuitamente tutti i cittadini che sentono il bisogno di ricevere sostegno o aiuto psicologico.
Il servizio è stato riattivato dalla Protezione Civile di Torino a fine ottobre dopo l’esperienza del primo lockdown; viene gestito da psicologi volontari appartenenti alle Associazioni Psicologi per i Popoli di Torino ed al Nucleo Psicologi della Protezione Civile ANA, sezione di Torino.
Le problematiche delle persone che si sono fin qui rivolte al servizio sono molteplici.
Le richieste provengono spesso da soggetti soli, in particolare anziani, che soffrono perché a causa delle restrizioni non riescono più a vedere figli o nipoti. Ma sono anche numerosi i contatti di persone più giovani che stanno vivendo questa difficile situazione di isolamento in solitudine.
“La mancanza e la limitazione delle relazioni sociali incide pesantemente sul benessere delle persone – sottolinea Anna Maria Masi, vicepresidente dell’Associazione Psicologi per i Popoli di Torino – per cui assistiamo ad un diffuso aumento del senso di insicurezza, di ansia generalizzata verso il futuro. Se nel primo lockdown a prevalere era un cauto ottimismo, la seconda ondata della pandemia ci sta portando ad essere più pessimisti, perché il futuro è più difficile da interpretare.”
A chiedere un sostegno sono anche nuclei familiari con figli, soprattutto con genitori single, che chiedono consigli su come gestire gli adolescenti, a loro volta soggetti fragili perché non hanno più luoghi dove incontrarsi. A tutto ciò si aggiunge spesso la difficoltà ulteriore di condividere a lungo spazi domestici inadeguati allo smart working e alla didattica a distanza.
Sono diverse anche le telefonate di chi chiede sostegno psicologico a causa dell’incertezza economica, che crea ansia e apprensione.
“La seconda ondata della pandemia – continua Anna Maria Masi – si sta vivendo in maniera meno chiusa del lockdown di questa primavera, non c’è un blocco totale e c’è più libertà di spostamento, ma a livello emotivo e psicologico l’esigenza di parlare con qualcuno è inalterata e il nostro servizio è a disposizione per questo. E’ importante per le persone sentirsi ascoltate – conclude la vicepresidente – ricevere consigli su come affrontare al meglio questo momento, sulla necessità di mantenere le proprie abitudini, le relazioni con gli altri, e di non isolarsi completamente”.