Dopo Lungo Stura, l’obiettivo è chiudere altri campi

di Mauro Gentile

Dopo la chiusura dell’insediamento Rom sulle sponde del torrente Stura, è intendimento dell’Amministrazione comunale “continuare a perseguire strategie che portino al superamento dei campi nomadi”. Parole del sindaco Piero Fassino che questo pomeriggio in Sala Rossa, al termine delle comunicazioni e del dibattito sull’inchiesta avviata dalla Procura sui campi nomadi, ha rivendicato i buoni risultati ottenuti attraverso il progetto “La Città possibile” e indicato nella strada intrapresa quella giusta per intervenire in altri insediamenti, come corso Tazzoli e via Germagnano.

“Il campo di Lungo Stura Lazio – ha detto Fassino –  esisteva da almeno quindici anni. Era una ferita aperta nella città e si chiedeva costantemente al governo della Città di affrontare il problema e di trovare una soluzione. Ciò è stato fatto. La Città si è assunta questa responsabilità, cercando e trovando soluzioni per chiudere il campo, togliere donne, uomini, bambine e bambini dal fango, dalla spazzatura, dalle baracche di lamiera marcia e di compensato”.

In merito all’indagine della Procura, il sindaco ha detto che “se nella gestione del progetto qualcuno non ha ottemperato agli impegni assunti, le responsabilità saranno accertate, ma questo non offusca neanche per un istante il valore di una scelta e il conseguimento dei buoni risultati raggiunti in oltre tre anni di lavoro”.

Nelle comunicazioni al Consiglio comunale, il vicesindaco Elide Tisi ha evidenziato che il progetto “La Città possibile” ha coinvolto 633 persone (255 quelle che hanno fatto ritorno in Romania attraverso attività di rimpatrio assistito e 378 quelle a cui sono state offerte in Italia una diversa soluzione abitativa e percorsi di inclusione sociale).

A proposito dell’indagine, il vicesindaco Tisi ha ricordato che “il Procuratore aggiunto, Paolo Borgna, ha parlato di verifiche sull’esistenza di eventuali sbavature a margine di un’operazione che, nel complesso, è stata esemplare dal punto di vista del dialogo interistituzionale in particolare tra Procura, Prefettura e Comune.”