La costante crescita del numero di cittadini stranieri residenti a Torino e provincia che richiedono un’autorizzazione/titolo al soggiorno rende opportuno promuovere politiche e azioni capaci di assicurare un approccio interistituzionale al fenomeno. L’obiettivo è fornire un servizio sempre più efficiente che faciliti l’accesso allo Sportello Ufficio Immigrazione, attraverso procedure omogenee che consentano di rilevare le esigenze dell’utenza, anche alla luce delle diverse provenienze geografiche dei richiedenti e del mutevole e articolato quadro normativo.
All’interno di questa cornice, nei giorni scorsi è stato firmato il Protocollo d’Intesa tra Questura di Torino, Città di Torino (assessorati alla Protezione Civile e al Welfare, Diritti e Pari opportunità) e le organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL.
Il Protocollo prevede una serie di azioni finalizzate ad assicurare ai cittadini stranieri la piena fruibilità dell’informazione veicolata dagli attori istituzionali, a valorizzare e migliorare i percorsi e gli strumenti di sostegno per l’accesso allo Sportello Immigrazione di corso Verona 4, ottimizzando i tempi di conclusione dei procedimenti di richiesta e autorizzazione al soggiorno. Per perseguire questi obiettivi saranno individuati idonei strumenti di informazione ed orientamento, coinvolgendo diverse figure professionali e creando specifici progetti e gruppi di lavoro per implementare la condivisione delle informazioni tra i diversi soggetti coinvolti.
Più nello specifico l’ambito di intervento dei soggetti firmatari del Protocollo avrà come finalità l’attività informativa e di supporto in materia di: documentazione per la richiesta di autorizzazioni, titoli e integrazioni; realizzazione di sportelli e percorsi per prenotazioni e istanze di protezione internazionale e gestione di necessità di cittadini stranieri vulnerabili, realizzazione di spazi dedicati a nursery e intrattenimento bambini all’interno della struttura di corso Verona; spazi di formazione; incontri periodici con i rappresentanti delle comunità straniere.
Per il Questore di Torino, Vincenzo Ciarambino: “La Polizia di Stato è da sempre vicina alle esigenze e alle necessità dei cittadini italiani e stranieri e questo Protocollo, siglato con Il Comune di Torino e le Parti Sociali, rappresenta l’estrinsecazione in concreto della nostra mission: «esserci sempre» al servizio delle gente”.
L’assessore al Welfare, Diritti e Pari opportunità della Città di Torino Jacopo Rosatelli ha dichiarato: “Ringrazio la Questura e le organizzazioni sindacali per la collaborazione che ha portato all’adozione di questo Protocollo d’intesa: l’impegno per l’accoglienza e l’integrazione delle persone straniere comincia dal cercare di offrire condizioni dignitose di accesso ai servizi, in ogni contesto della Città. Questo documento rappresenta un punto di partenza, una fase sperimentale che è aperta a eventuali future modifiche e ulteriori partecipazioni. Auspico che questo Protocollo diventi una tessera dell’ampio mosaico della solidarietà che nel corso degli anni a Torino organizzazioni sociali, del terzo settore e istituzioni hanno realizzato insieme”.
L’assessore alla Protezione Civile della Città di Torino Francesco Tresso ha aggiunto: “Con questo Protocollo d’Intesa vengono definite alcune buone pratiche per una soluzione condivisa del problema. La Protezione Civile Comunale vuole essere sempre più vicina alla popolazione pertanto daremo il nostro contributo per migliorare l’accesso al servizio, con un approccio inclusivo e rispettoso delle esigenze delle cittadine e dei cittadini migranti e delle lavoratrici e dei lavoratori della Questura”.
Elena Petrosino CGIL Torino – Paolo Ferrero CISL Torino – Francesco Lo Grasso UIL Torino hanno commentato: “Ringraziamo le Istituzioni per aver accolto la richiesta di confronto interistituzionale finalizzata a individuare percorsi e azioni congiunte per rendere più agevole e più dignitoso l’accesso all’ufficio immigrazione della Questura per le cittadine e i cittadini, e garantire contestualmente migliori condizioni di lavoro per il personale, forze di polizia e civile, coinvolto”.
Il protocollo avrà una fase sperimentale di sei mesi.