di Mauro Marras
La Città di Torino propone un nuovo regolamento comunale delle aree sosta per rom e sinti, con l’obiettivo di superare il problema degli insediamenti irregolari e favorire la legalità e l’integrazione sociale, sostenendo le famiglie nel loro percorso verso l’autonomia abitativa, educativa ed economica. Il testo è stato approvato dalla Giunta questa mattina e presto sarà oggetto di confronto e di analisi da parte del Consiglio comunale.
“Siamo certi che tali linee guida, in un quadro di rispetto della legalità, consentiranno di generare un vero e proprio patto di convivenza civile e condizioni di vita dignitose all’interno degli insediamenti. Torino è per tradizione una città inclusiva, ma tutti sono chiamati a rispettare le regole. Intendiamo così contribuire alla soluzione di situazioni complesse e annose, che in alcuni quartieri sono fonte di forte disagio”, affermano gli assessori Roberto Finardi, Alberto Unia e Sonia Schellino.
Il regolamento indica quattro aree attrezzate: l’area Sangone in corso Unione Sovietica 655, l’area Germagnano nell’omonima via, il campo Le Rose di via Lega 50 e quello di strada dell’Aeroporto 235/25. Per ciascuno di questi insediamenti sarà indicata una capienza massima da rispettare, definita in base alla composizione dei nuclei familiari, alle condizioni igienico sanitare e alle esigenze di ordine pubblico.
Il nulla osta alla sosta viene rilasciato da una commissione composta da cinque membri scelti dalla Giunta comunale e vale un anno. Il permesso è rinnovabile e può essere concesso anche in via straordinaria per sei mesi, oppure per quaranta giorni in occasione di eventi familiari (ospitalità di parenti, riti funebri, matrimoni).
Ogni area di sosta avrà fino a tre delegati delle comunità che vi soggiornano, scelti sulla base del criterio di rappresentatività dagli stessi occupanti. Avranno il compito di collaborare nella cura dell’insediamento e della pacifica convivenza e potranno indire assemblee di informazione e di partecipazione attiva.
Per potervi risiedere occorre possedere i documenti in regola (carta d’identità per gli italiani, permesso di soggiorno per gli stranieri), non essere stati allontanati dagli altri campi della Città e disporre di un reddito non superiore a 20mila euro. Il nulla osta si ottiene inoltre dietro il pagamento di una tariffa di 600 euro annui per ogni piazzola assegnata, da calibrare in base alle condizioni economiche del nucleo familiare.
Altro elemento escludente è la condanna a oltre tre anni di reclusione, salvo estinzione definitiva della pena, o l’essere stati giudicati per svariati delitti contro lo Stato e contro l’ordine pubblico, violenza, furto.
Ufficio Nomadi, Circoscrizioni, Polizia Municipale parteciperanno congiuntamente alla gestione delle aree sosta.
Rispetto per gli altri e per le strutture comuni, assolvimento dell’obbligo scolastico, documenti in regola per le persone e per le automobili, conferimento regolare dei rifiuti, divieto di costruzioni abusive, pagamento regolare dei consumi energetici, cura dei propri animali: gli ospiti delle aree sosta dovranno garantire le minime condizioni necessarie per la convivenza civile, pena la revoca del permesso. La mancanza dei requisiti di base e la violazione delle norme di comportamento prevede anche sanzioni pecuniarie, tra i 100 e i 500 euro.
“Da circa un anno abbiamo intrapreso un percorso di avvicinamento e di ascolto con i residenti dei campi; la maggioranza di loro chiede regole e ripristino della legalità. Non sarà facile, ma era necessario cominciare”, spiega Alberto Unia. E Sonia Schellino rilancia: “Con questo regolamento si avvia un programma non soltanto di welfare, ma che tocca l’autonomia e la costruzione di cittadinanza per tante persone, con diritti e doveri come per qualsiasi altro cittadino”. La meta finale è il superamento dei campi sosta, come chiede l’Unione europea, entro il 2020.