Con il benvenuto nella Sala Norberto Bobbio della ex Curia Maxima, ha preso poco dopo le 13 il via l’incontro annuale dei responsabili delle strutture che fanno parte della Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni anti discriminazioni (Re.A.Dy). La Città, che ha fondato insieme a Roma la rete e la coordina, è all’avanguardia in Italia nelle iniziative a favore dell’integrazione e nelle politiche di genere. Il 13 febbraio 2001, accogliendo la sollecitazione delle associazioni omosessuali e transessuali cittadine riunite nel Coordinamento Gay Lesbiche e Transessuali di Torino, oggi Coordinamento Torino Pride, istituì il Servizio per il superamento delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, in breve il Servizio Lgbt. Il suo scopo è conoscere le condizioni di vita delle persone omosessuali e transessuali, analizzare la percezione sociale dell’omosessualità e della transessualità, per impostare azioni di sensibilizzazione e cambiamento culturale; vincere i pregiudizi, cogliere situazioni di discriminazione sul piano normativo e legislativo, informare e sensibilizzare. Un’attività che in questi sedici anni si è concretizzata in corsi di formazione per il personale dell’Amministrazione cittadina e in numerose iniziative informative e formative di contrasto all’omofobia e alla transfobia rivolte alla cittadinanza, ai giovani e alle scuole.
Tra il pomeriggio di oggi e la giornata di domani i sessanta partecipanti intervenuti parleranno principalmente di diritti, dividendosi tra sei i tavoli di lavoro nel corso dei quali affronteranno la validità delle pratiche messe in campo e l’adozione di strategie comuni incentrate sul contrasto alle discriminazioni e sull’inclusione.
E’ in programma questo pomeriggio anche la discussione di parziali modifiche al funzionamento della Rete, mentre domani si entrerà nel vivo sulle azioni da mettere in campo, tra cui la Giornata Internazionale contro l’omo-bi-transfobia il 17 maggio: “La Rete – ha spiegato l’assessore comunale alle pari opportunità Marco Giusta – ha tagliato il traguardo dei 125 enti locali aderenti, l’ultimo dei quali è la stata la città di Lecce, confermando che Torino è, con orgoglio, la capitale italiana della difesa dei diritti Lgbt”.
Al welcome hanno preso anche parte Monica Cerutti, assessora regionale ai diritti e Silvia Cossu, in rappresentanza della Città metropolitana. La Rete si incontra a distanza di tre anni dall’ultima assemblea. Re.a.dy. è passata da circa 20 aderenti, a fine 2011, a 125 amministrazioni partner registrate al 2017. Numeri che indicano una crescita della sensibilità, ma anche la necessità di scambiare esperienze, in un quadro socioculturale e normativo in costante evoluzione.
Re.a.dy., non è soltanto un luogo di confronti tra Amministrazioni ma svolge azioni importanti di raccordo con istituzioni nazionali ed europee, come il Miur, l’Istat e l’Agenzia dell’Unione Europea per i Diritti Fondamentali (Fra). Ha promosso, inoltre, una collaborazione con il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, cooperando, come uno degli strumenti di governance, per l’attuazione di percorsi formativi apicali per le PA e di informazione e documentazione web per la cittadinanza, nell’ambito della Strategia nazionale Lgbt 2013-2015 promossa dal Dpo attraverso l’Unar (Ufficio Nazionale Anti Discriminazioni Razziali, progetto Unar – Ready)
Domani saranno affrontati i temi del contrasto al bullismo. Si parlerà anche del rafforzamento del lavoro tra istituzioni e terzo settore, della comunicazione e della formazione del personale chiamato ad occuparsi di servizi che devono rivedere le proprie modalità di erogazione per essere più inclusivi nei confronti di tutte le differenze sociali e di genere.
E a partire dalle 14 la formatrice Valeria Roberti presenterà gli esiti della ricerca Be Proud! Speak Out! sul benessere di giovani gay, lesbiche, bisessuali e trans nelle scuole italiane; a seguire, interverrà la sociologa Graziella Priulla, ordinaria di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Catania, che parlerà di stereotipi sessisti e linguaggio dell’odio.