di Mauro Marras
Forse non tutti sanno che il primo programma per una macchina di calcolo, sia pur mai effettivamente realizzata, fu scritto da una donna per una macchina di tessitura. La contessa Ada Lovelace, figlia di Lord Byron e di Anne Isabella Milbanke – altra grande mente matematica, definita dal marito la «principessa dei parallelogrammi» – scrisse il primo programma della storia, basandosi sul funzionamento della macchina inventata da Charles Babbage. Siamo nella prima metà dell’Ottocento.
Per questo l’11 ottobre è da alcuni anni l’Ada Lovelace Day, creato per avvicinare il mondo della scienza all’universo femminile, che sconta un millenario divario sul piano dell’accesso a professioni finora ritenute riservate agli uomini. Non soltanto tecnici e autisti, ingegneri e politici: anche nel mondo della scienza e dell’informatica le posizioni ricoperte da donne sono in netta minoranza. Basti pensare che dei 500 studenti di Informatica di Torino solo il 10 per cento sono donne.
Una “segregazione orizzontale”, come viene definita l’esclusione delle donne da professioni “maschili”, che l’Università cerca di colmare con un incontro aperto alle scuole superiori dedicato al giorno di Ada, “Giornata dedicata all’eccellenza femminile in scienza, tecnologia, ingegneria e matematica”, per ricordare l’apporto delle donne alla scienza e alla tecnologia e incentivare le studentesse ad affrontare un percorso di studi finora poco frequentato.
Al convegno, tra le autorità presenti, è intervenuto l’assessore alle Pari Opportunità della Città di Torino, Marco Giusta, che ha ricordato come il mondo maschile nella storia ha sempre escluso la possibilità per le done di accedere allo studio scientifico. “Inadatte allo studio della geometria”, le definì Immanuel Kant. “Un atteggiamento dettato da stereotipi e da tanta paura – ha sottolineato Giusta –: paura di riconoscere una mente superiore in persone ritenute per secoli inferiori. Eppure sono tanti i modelli che smentiscono e che evidenziano l’assurdità di tali atteggiamenti, modelli spesso contrastati e poi cancellati dalla memoria collettiva e dalla storia”. Torino è la quarta città in Italia per numero di imprese femminili, che sono in costante aumento: forse, qui in città, l’inversione di tendenza è già iniziata.
L’Ada Lovelace Day – il convegno si tiene al Campus Einaudi oggi e domani, con numerosi interventi e testimonianze – vuole riportare all’attenzione tali modelli e celebrare il lato femminile della scienza.
Alcune curiosità. La macchina di Babbage è considerata la prima macchina di calcolo della storia: funzionava con l’utilizzo di schede perforate, lo stesso metodo di programmazione che utilizzò Turing quando riprese le intuizioni di Charles Babbage per costruire il prototipo del computer. Le schede perforate sono ancora utilizzate nella produzione tessile al telaio grazie agli studi di Ada Lovelace, che verificò con Babbage i possibili sviluppi della sua creatura, mai costruita per le grandi dimensioni che avrebbe avuto (trenta metri per dieci) e per i costi insormontabili che nessuno volle sostenere.
La prima presentazione della macchina di Babbage avvenne all’Accademia delle Scienze di Torino nel 1840. Lo scienziato inglese vi fu invitato da Giovanni Plana, scienziato e membro dell’Accademia: Babbage arrivò in città con un baule enorme pieno di disegni e modelli, che in parte restarono a Torino e sono visibili nelle teche della stupenda sala studi di via Maria Vittoria. Qui ebbe modo di discutere con autorevoli studiosi la sua prodigiosa Analitical Engine e l’esperienza rimase talmente impressa nella sua vita che dedicò a Vittorio Emanuele II il suo libro di memorie, ricordando con orgoglio il titolo di Commendatore dell’Ordine Italiano di San Maurizio e San Lazzaro che qui gli venne attribuito.
Link utili:
http://rosadigitale.it/wp-content/uploads/2016/10/AdaDay2016Breve_ok.pdf