di Michele Chicco
“Siamo qui al Martinetto non solo per ricordare quei terribili fatti ma per affermare un impegno: ciò che accadde allora non accada mai più. Perché come scrisse Brecht “il ventre che ha partorito il mostro è sempre fecondo” e noi abbiamo il dovere di impedire che gli orrori cha la storia ci ha consegnato possano ripetersi e altre persone innocenti siano costrette a pagare con la vita la loro ansia di libertà e di giustizia”. Questo il commento del Sindaco di Torino, Piero Fassino, questa mattina alla celebrazione per i 71 anni dalla fucilazione dei partigiani al Sacrario del Martinetto avvenuta nella mattina del 5 aprile 1944. Quel giorno vennero fucilati Giuseppe Perotti, Franco Balbis, Quinto Bevilacqua, Guido Biglieri, Paolo Braccini, Errico Giachino, Eusebio Giambone e Massimo Montano. A ciascuno di loro è dedicato un corso, una via o una piazza di Torino.
Alla cerimonia, oltre al Sindaco sono intervenuti, tra gli altri, il Vicepresidente del Consiglio regionale piemontese, Nino Boeti, il Presidente della Regione, Sergio Chiamparino, l’Assessore comunale, Enzo Lavolta e le più alte cariche civili e militari del Piemonte. Presenti anche il Gonfalone della Città di Torino, decorato di medaglia d’oro al valor militare, un picchetto d’onore delle Forze armate, la Banda dei Vigili Urbani e una delegazione di studenti dell’Istituto Majorana di Grugliasco.
Il Martinetto fu teatro fra il settembre ‘43 e l’aprile ‘45 di molte esecuzioni di condanne a morte di partigiani e oppositori politici. Ex poligono di tiro costruito nel 1883 fra i corsi Svizzera e Appio Claudio, il Martinetto dal 1945 è stato dichiarato ‘luogo di interesse nazionale’ in onore dei cinquantanove partigiani che vi hanno trovato la morte nelle sommarie esecuzioni capitali iniziate dopo l’8 settembre ’43 per mano dei militanti della Repubblica Sociale.