di Mauro Gentile
Sono pronte per tornare in strada una trentina di biciclette abbandonate, le prime ad essere state “rigenerate” grazie a BiciclAbile: il progetto pensato e realizzato dall’assessorato alla Politiche sociali della Città di Torino in collaborazione con le cooperative Agridea e Stranaidea, che offre a persone diversamente abili l’opportunità di lavorare al ricondizionamento delle due ruote senza più proprietario in custodia nel deposito della Polizia municipale.
L’idea di riparare biciclette, trasformata in attività concreta qualche mese fa, è diventa un’occasione d’esperienza lavorativa per i disabili inseriti nei centri diurni comunali, e ha offerto loro l’opportunità di dare un contributo utile all’interno di un contesto socializzante.
Due tecnici volontari della bottega artigiana La Bici di via Benevento 6 e dell’annessa officina di riparazione, hanno messo a disposizione la loro attrezzatura, il loro tempo e le loro competenze per insegnare ai ragazzi disabili a riparare una bici malfunzionante e a ridarle un aspetto curato in ogni dettaglio.
Le due ruote abbandonate, prese dal magazzino di via Druento, vengono portate in officina per riparare freni, oliare catene, regolare cambi, eliminare la ruggine dai telai ed effettuare tutti quei piccoli interventi che servono a metterle di nuovo in strada perfettamente funzionanti. Poi, una volta rimesse a posto, una parte di esse viene destinata ai servizi sociali e sanitari o ad associazioni di volontariato per essere impiegata in attività di reinserimento di persone in difficoltà (questa mattina le prime bici sono state consegnate alla Pastorale migranti dell’arcidiocesi di Torino, al Sermig e al servizio Adulti in difficoltà della Città di Torino), mentre un’altra è messa in vendita e il ricavato usato per finanziare l’attività di recupero dei mezzi di trasporto a energia muscolare.
Per l’assessora alle Politiche sociali, Sonia Schellino, sono “diversi gli elementi positivi che caratterizzano le attività del progetto BiciclAbile, di cui oggi vediamo con soddisfazione i primi e concreti risultati. Innanzitutto – sottolinea Schellino – consentono di coinvolgere ragazzi con disabilità, poi permettono di recuperare e trasformare in risorsa ciò che, di fatto, può essere considerato uno scarto destinato prima o poi alla rottamazione e alla discarica, e poi ancora di avere a disposizione biciclette da donare a persone in situazione di particolare difficoltà, come i senza dimora che frequentano i dormitori cittadini, e a chi riceve sostegno dai servizi territoriali o da organizzazioni di volontariato. Tutto questo senza costi a carico dell’Amministrazione comunale, perché il progetto è strutturato in modo da autosostenersi”.
“Un progetto che fa bene in tanti modi – aggiungono l’assessora ai Trasporti, Maria Lapietra, e l’assessora all’Ambiente, Stefania Giannuzzi – ed è un esempio di economia circolare in cui il sociale si sposa con l’ambiente”. Nel magazzino dell’assessorato – ricorda Giannuzzi – “ci sono circa 200 vecchie bici in attesa di manutenzione che potrebbero essere utilizzate in modo analogo”.
(foto Vbs50 e Mariotti)