“Su un muro di cemento lungo la pista ciclabile di Scandiano in provinica di Reggio Emilia nella biciclettata del 25 aprile scorso ho visto dipinti una trentina di nomi di donne. Nomi che oggi non si usano più, soppiantati da altri, più alla moda. Nomi che difficilmente avevano un onomastico, figli piuttosto dell’amore per la letteratura, l’opera e il teatro, nomi che da soli ci parlano di un’altra Italia, l’Italia della resistenza e del dopoguerra. Sul muro era scritto: “omaggio alle staffette partigiane”, raccontava Vinicio Capossela in occasione della presentazione del concerto di oggi all’Auditorium ‘Giovanni Agnelli’ del Lingotto.
Con un lungo applauso del pubblico, in piedi, per Nicoletta Soave, staffetta partigiana, si è aperto ‘Voi che passate il testimone’, la serata per il 25 Aprile promossa da Città di Torino e realizzata da Fondazione per la Cultura Torino, in collaborazione con il Polo del ‘900, con il sostegno del Comitato per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione Repubblicana del Consiglio Regionale del Piemonte.
Sul palco dell’Auditorium del Lingotto, prima di dare spazio alla musica, le parole del sindaco di Torino Stefano Lo Russo che, rivolto alla Soave, le ha detto “questo applauso è per te e per le persone come te che ci hanno consentito oggi di essere qui in un Paese libero e democratico. Come ci ricordava oggi il presidente Mattarella – ha aggiunto – è sul 25 aprile che si fonda la nostra Costituzione profondamente antifascista, basata sui valori di libertà che oggi più che mai dobbiamo celebrare. E lo facciamo qui in una a città profondamente antifascista e che vuole continuare a esserlo” Accanto a lui il vicepresidente del Consiglio regionale e presidente del Comitato Resistenza, Daniele Valle, che ha ricordato come la serata sia “dedicata a una giovanissima staffetta, Elisa Falerno, figlia di un partigiano, che ha cominciato a fare la staffetta a 14 anni e che fu colpite da un cecchino da una finestra del palazzo di fronte a dove oggi si trova il Consiglio regionale, il 27 aprile ’45”.
“Il ruolo avuto dalle donne nella resistenza è fondamentale, e non abbastanza riconosciuto – sottolineava Capossela – Tra le azioni che hanno svolto c’è stata soprattutto quella di fare guerra alla guerra. Di conservare e tenere vivo ciò per cui la vita vale la pena di essere vissuta: il valore stesso della vita. Quel loro farsi madri, figlie, sorelle e compagne dell’umanità ci sia d’esempio e ci sorregga ora che sentiamo il mostro risorgere sotto i nostri piedi ed è necessario passare il testimone. Noi tutti abbiamo ricevuto un testimone (e la parola martire in greco significava testimone), come in una lunga staffetta in cui si corre per l’affermazione della cultura della vita su quella della morte. Una corsa che non è il fine ma il mezzo, perché mai su questa terra la pace e la giustizia e l’affrancamento dal bisogno saranno dati per acquisiti, ma sempre ci sarà da tenerli in vita lottando, a partire dalla nostra coscienza”.
“Abbiamo scelto le staffette per questo concerto, seguendo la proposta di Capossela anche perché abbiamo pensato che fosse l’occasione per richiamare l’attenzione sul contributo straordinario che hanno dato le donne alla lotta di Resistenza”, ha ricordato oggi Valle. “Nella parola staffetta – ha aggiunto Capossela seduto al pianoforte – c’è il senso di passare il testimone. E noi oggi siamo qui a raccogliere quel testimone”.