di Mariella Continsio
“La Clinica della Memoria sarà ultimata entro il 2016” – lo ha annunciato questa mattina Mauro Laus, presidente del Consiglio Regionale del Piemonte, in apertura dei lavori del convegno “La malattia di alzheimer in Piemonte e la clinica della Memoria di Collegno”. Una notizia importante perché questa patologia si sta diffondendo a macchia d’oli nella nostra regione e nell’intero Paese: ogni anno sono 12 mila le nuove diagnosi. In Italia sono 1 milione le persone che ne sono colpite, gli ultra sessantacinquenni rappresentano il 21,2% della popolazione. L’obiettivo dell’incontro è fare il punto sullo stato della cura, dell’assistenza e della ricerca su questa malattia e sulle demenze correlate e come la Clinica di Collegno, in fase di completamento, possa arricchire le iniziative dell’Assessorato regionale alla Sanità, oltre a verificare quali risorse mancano ancora per il suo compimento.
Un fenomeno di tali dimensioni non si può risolvere con l’ospedalizzazione, perché il malato deve rimanere nel suo ambiente, assistito da una rete di servizi socio-sanitari e di aiuto a chi assiste a domicilio.
L’integrazione della Clinica della Memoria nel presidio ospedaliero dei Fatebenefratelli di San Maurizio permetterà di fornire “un percorso diagnostico-assistenziale di eccellenza dalla diagnosi precoce alle varie fasi progressive della malattia e un centro di ricerca scientifica di alto livello” sostengono gli organizzatori.
“Bisogna sostenere l’invecchiamento attivo della popolazione – ha sottolineato Elide Tisi, vicesindaco portando i saluti della Città – .Torino è la città che ha la più alta percentuale di residenti che hanno compiuto 65 anni, circa il 25% della popolazione. Tra questi una parte sono soli o in coppia. La loro condizione sociale e anagrafica deve essere al centro delle prospettive politiche. Si deve lavorare valutando la sostenibilità del sistema perchè sempre di più si assiste a una un riduzione dei redditi delle famiglie e delle risorse pubbliche”.
L’iniziativa è stata promossa dalla Fondazione San Secondo per la ricerca sull’Alzheimer e la Fondazione Giorgio Amendola.