L’Istituto Zooprofilattico ha inaugurato questa mattina gli oltre 600 metri quadrati, completamente ristrutturati, che ospitano i laboratori per la sicurezza alimentare.
Qui trovano collocazione tre importanti centri: il Laboratorio Nazionale di Riferimento per gli Stafilococchi Coagulasi Positivi, che coordina le attività dei dieci Istituti Zooprofilattici italiani e che ogni anno analizza circa 400 ceppi capaci di provocare intossicazioni alimentari; il Centro Regionale per le allergie e intolleranze alimentari, che si occupa di messa a punto, validazione e accreditamento di metodiche innovative per la ricerca di sostanze allergizzanti nascoste negli alimenti; il Centro Regionale per la tipizzazione delle Salmonelle, che provvede alla classificazione dei ceppi batterici nei focolai di salmonellosi dei 32 presidi ospedalieri della Regione Piemonte, con 551 ceppi batterici caratterizzati nel 2015.
“La sicurezza degli alimenti – ha dichiarato Maria Caramelli, Direttore Generale dell’Istituto Zooprofilattico – è una responsabilità condivisa tra i produttori, i consumatori e il sistema di controlli ufficiali: l’Istituto vuole fare la sua parte, garantendo personale altamente specializzato e attrezzature all’avanguardia. L’impegno nella ricerca e le nuove conoscenze si trasferiscono anche alle aziende locali dell’agrifood, con cui l’Istituto, da tempo, collabora”.
Garantire la sicurezza degli alimenti è uno dei principali obiettivi dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta e in questi locali ogni anno analizzano più di 36.000 campioni per un totale di circa 90.000 analisi.
Gli ultimi dati dell’OMS affermano che ogni anno almeno una persona su 10 è coinvolta in un episodio di tossinfezione alimentare, responsabile di circa 420.000 decessi nel mondo. Le ultime rilevazioni relative al Piemonte riferiscono di quasi 300 persone a cui ogni anno viene diagnosticata un’intossicazione alimentare, nel 16% dei casi è necessario il ricovero in ospedale.
Lo Zooprofilattico si è anche dotato, di un sequenziatore di ultima generazione: il nuovo apparecchio non solo è in grado di fornire una fotografia della composizione microbica dell’alimento, ma anche di verificare in tempo reale la presenza di porzioni di genoma che possono provocare tossinfezioni alimentari. I ricercatori impegnati su questo apparecchio hanno già avuto un primo riconoscimento: il record italiano di “cluster density”, ovvero la migliore analisi genomica in termini di informazioni ricavabili.