Sono venti gli agenti della Polizia Municipale di Torino che, su base volontaria, si alternano da tre settimane a supporto dei colleghi di Genova. Il loro compito è principalmente presidiare 24 ore su 24 le due arterie chiuse al transito nei pressi della “zona rossa”, a pochi metri dalle macerie del ponte Morandi e dal letto del Polcevera. Lo smarrimento causato dalla tragedia del crollo, con il gravissimo bilancio di vite spezzate e di feriti, di abitazioni e fabbriche inaccessibili e di detriti da rimuovere ha inevitabilmente inciso nelle abitudini dei genovesi, modificandone giocoforza la routine. Il lavoro dei vigili torinesi del comandante Emiliano Bezzon – di ausilio alla polizia locale ligure, mentre pompieri, le altre forze dell’ordine, tecnici ed esperti lavorano alacremente per far tornare Genova alla normalità – è dunque delicato, fatto soprattutto di empatia:
“Anche noi civich, che sulla strada lavoriamo da anni dobbiamo talvolta chiedere pazienza agli automobilisti genovesi che con smarrimento ci rappresentano le difficoltà oggettive di una viabilità davvero difficile da sostenere, in una città divisa in due” – racconta Cinzia Spacca, una delle agenti torinesi, abitualmente in forza al Pronto intervento viabilità della Municipale, al rientro in Piemonte. E i cittadini hanno ben chiaro lo spirito umanitario dei vigili torinesi, accorsi nel capoluogo ligure. Una comprensione ricambiata dalla generosità di gesti come bottigliette di acqua sporte al volo all’incrocio, strette di mano e apprezzamenti: “Si tratta di segni di gratitudine che alleggeriscono i turni e il caldo che accompagna la missione – aggiunge la vigilessa -. Non siamo nuovi a queste esperienze, ma ogni emergenza è diversa. La settimana è volata via velocemente, consapevoli soprattutto che su quel ponte il 14 agosto poteva esserci chiunque di noi e torniamo in servizio a Torino con uno sguardo nuovo per aver condiviso emozioni e fatiche con colleghi straordinari. Quello che accomuna ogni nostra partenza è il desiderio sincero di dare una mano alla cittadinanza e come sempre accade riceviamo molto più di quello che abbiamo portato nelle nostre valigie.”