All’apparenza sembravano due giovani di una decina d’anni a spasso per la città, ma per gli agenti del Reparto Operativo Speciale della Polizia Municipale, di pattuglia in abiti civili durante un servizio di prevenzione e contrasto dei fenomeni di microcriminalità, quei due ragazzini avevano un fare sospetto.
All’altezza del civico 203 di Corso Cincinnato, i due giovani si sono fermati e sono stati raggiunti da un terzo con il quale si sono indirizzati verso Piazza Manno. Gli agenti del ROS, sempre più insospettiti dall’atteggiamento dei tre, li hanno pedinati tenendosi al riparo degli sguardi che i ragazzi lanciavano per guardarsi le spalle e avere la certezza di non essere seguiti.
Lungo tutto il tragitto, passando per via Isernia e fino alla via Lucca, due di loro hanno svolto il ruolo di ‘palo’, controllando e sincerandosi di non essere visti da nessuno, mentre il terzo guardava all’interno delle auto in sosta e oltre le recinzioni dei cortili privati, alla ricerca di qualcosa di interessante su cui soffermarsi.
Giunti in prossimità del civico 25, un ragazzo si arresta di fianco a una Fiat Punto, estrae una forbice da elettricista e inizia a forzare il nottolino della portiera protetto dal corpo dei due ‘pali’ che gli guardavano le spalle. Non riuscendo nel loro intento, i tre ragazzini si sono allontanati dall’auto e a quel punto gli agenti li hanno fermati constatando il danneggiamento del nottolino, successivamente confermato anche dal proprietario dell’auto che ha affermato di non riuscire più ad aprire la serratura.
A seguito di alcuni accertamenti è emerso che i due ragazzini che svolgevano il ruolo di ‘palo’ sono fratelli e hanno 10 e 13 anni, mentre il terzo, lo scassinatore trovato in possesso della forbice da elettricista, ha 12 anni.
I due fratelli sono stati affidati alla mamma, giunta immediatamente sul posto, mentre il terzo, sentito anche il P.M. del Tribunale dei Minori, è stato accompagnato presso il campo nomadi in Strada dell’aeroporto, dove ad attenderlo c’era la mamma che, essendo agli arresti domiciliari, era impossibilitata a muoversi per raggiungere il proprio figlio.
I tre minori sono stati deferiti all’ Autorità Giudiziaria per il reato di danneggiamento in concorso tra di loro (artt. 635 e 110 del Codice Penale).