Nel 1831 esce “Esmeralda o Notre-Dame de Paris”, grande romanzo storico e fantastico che è rilevante soprattutto per la ricostruzione della vita popolare e della metropoli verso la fine del XV secolo. Il libro è dominato dalla cattedrale che svolta verso il cielo e dalla quale si domina la moltitudine delle strade di Parigi.
Nonostante che in Hugo prevalga sempre l’eccesso nel descrivere gli avvenimenti terrestri, e l’indomita volontà di vederli sempre dal punto di vista di Dio, ciò gli permette di vedere sempre al di sopra degli eventi che travolgono i suoi eroi, le grandi forze che muovono la vicenda umana e se non Dio, il Fato, un Destino che talora si presenta come provvidenza e talora come una sorta di progetto che domina e dirige le volontà individuali.
Hugo mostra la sua abilità di sceneggiatore cinematografico, di grande regista che sa muovere le masse, sa usare le luci, il chiaroscuro e l’ombra, doti che al di là della storia di un gobbo infelice e di una zingara dolce e sfortunata giustificano i destini cinematografici del libro. Da “Notre-Dame de Paris” sono stati tratti numerosi film, adattamenti televisivi e teatrali e e tra gli ultimi il musical di Riccardo Cocciante visto in tutto il mondo.
Hugo dà il meglio di sè stesso nel disegnare la figura di “Quasimodo”. Non solo perchè lo fa discendere direttamente dai mostri, dalle gargovilles della cattedrale su cui si inerpica come un acrobata, ma perché oltre all’innocenza di Esmeralda che è di maniera, Quasimodo è il solo personaggio ad avere un’anima e anche i suoi odi e i suoi attaccamenti sono selvaggi ma non irragionevoli.
Antonella Gilpi