Athos, Portos e Aramis accompagnati dal cadetto di Guascogna D’Artagnan, sono gli arcinoti personaggi del classico della letteratura francese. Non tutti sanno però che le loro avventure sono tratte da un manoscritto d’epoca: gli immaginari “Mémoires del Conte di La Fère”, che è il nome vero e illustre di Athos, il più anziano e autorevole dei moschettieri allusi nel titolo.
Dumas dice di “essere arrivato al suo testo sotto la spinta di una curiosità suscitatagli dagli autentici “Mémoires de M. D’Artagnan”, pubblicati nel 1700 da Gatien Courtilz de Sandras: una biografia a sua volta liberissima del vero capitano dei moschettieri del Re Sole”.
Ma la forza del romanzo di Dumas è il calore del racconto storico e della pittura di costume, per nulla inficiato delle molte inesattezze e anacronismi, con i quali del resto convivono molte incoerenze interne, contraddizioni e dimenticanze. Quello che conta, è la capacità di Dumas di immettere il lettore nello spirito del tempo, nel vissuto storico, per quanto semplificato, in cui si collocano i Tre Moschettieri, e i due romanzi che seguono, “Vent’anni dopo” e “Il Visconte di Bragelonne” che formano col primo un’unità compatta. Complessivamente i romanzi disegnano il percorso che conduce all’affermarsi di un modello di monarchia assoluta che coincide con la prima immagine dello Stato moderno.
I libri sono ambientati nel periodo di Luigi XIII (I Tre Moschettieri), della reggenza di Anna d’Austria per conto del piccolo Luigi XIV (Vent’anni dopo) e finalmente i primi anni del Re Sole ( Il Visconte di Bragelonne) e dei governi dei cardinali Richelieu e Mazzarino.
Antonella Gilpi