di Gianni Ferrero
Lezione di ampio spessore divulgativo sull’azione dell’Unione Europea nel Myanmar del sindaco Piero Fassino questa mattina nell’aula magna del campus Luigi Einaudi, agli studenti della Facoltà di Giurisprudenza.
Ripercorrendo le tappe dell’incarico di inviato speciale della Ue in Birmania dal 2007 al 2011, a seguito nella nomina del Segretario generale del Consiglio dell’Unione Europea Javier Solana, Fassino ha illustrato, come capitoli di storia contemporanea, le pagine che hanno portato il Paese asiatico – ex colonia inglese multietnica e multiregligiosa a maggioranza buddista, fertile e ricchissima terra di materie prime, amministrato nel più completo isolamento nei decenni più recenti dai governi militari che si sono avvicendanti con piglio anche sanguinoso e dittatoriale – alla progressiva transizione democratica, fino all’attualità delle elezioni dello scorso novembre che hanno portato all’affermarsi della lega democratica del Premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, oggi cittadina onoraria di Torino.
Alla conferenza, moderata dal professor Alberto Oddenino, docente di diritto internazionale e segretario generale della Sioi del Piemonte, l’ospite di riguardo – oltre a Fassino – è stato Adreas List, già direttore dell’Ufficio di Bruxelles dedicato al Myanmar con cui il sindaco ha avuto durante il mandato di inviato speciale numerosi e intensi rapporti.
Il sindaco ha reso viva testimonia dei rapporti europei e americani nei confronti della Birmania, all’indomani dell’irrigidirsi della dittatura, delle sanzioni inferte dai Paesi occidentali nel 2007 e poi del lento sgretolarsi dell’isolamento che progressivamente ha condotto ai giorni nostri. Grazie anche al cambio di rotta degli Usa, con l’elezione di Barack Obama nel 2009 e dell’azione diplomatica del Vecchio Continente, la moral suasion ha aiutato il Paese a raggiungere i risultati attuali di maturità democratica. Le elezioni del 2011 e poi il risultato delle urne del novembre scorso sanciscono definitivamente un passaggio decisamente positivo verso la democrazia, sostenendo l’evoluzione economica e dei diritti sociali, legati alle libertà civili. Per il professor Oddenino quello del sindaco è stato un keynote speech tale da condizionare gli interventi successivi.
Giovanni Pischedda ha poi sottolineato l’importanza del supporto della Camera di Commercio alla cooperazione commerciale e il notaio Andrea Ganelli, console generale onorario a Torino, ha esposto le novità in fatto di cooperazione politica, economica e culturale tra l’Italia e il Myanmar. Sulla via del sostegno a un percorso di crescita economica, Torino ha dato vita a iniziative concrete di cooperazione con il Myanmar. Sono stati avviati progetti per la definizione del piano della raccolta dei rifiuti solidi urbani con Amiat, l’Ong Cesvi e il Comune di Yangon. Si tratta di un progetto importante perché oltre che essere finanziato dalla Commissione Europea è sostenuto economicamente dal Ministero per gli Affari Esteri italiano, ed è la prima volta che questo accade nell’ambito dei progetti di cooperazione italiani. Una seconda iniziativa sul sistema di gestione del traffico e della mobilità urbana sempre a Yangon con il coinvolgimento del consorzio torinese 5T è in via di realizzazione. Inoltre sono in corso contatti culturali con l’Accademia Albertina. Lo scorso dicembre l’assessore Enzo Lavolta era stato in visita ufficiale con una delegazione torinese in Myanmar.