La Sala delle Congregazioni di Palazzo Civico ha ospitato nel primo pomeriggio una folta delegazione del Parlamento finlandese, in missione in Italia, per incontrare rappresentanti istituzionali e imprenditori. Accompagnati dall’ambasciatore di Finlandia, a Roma, Janne Taalas, sono stati accolti dalla sindaca Chiara Appendino. La prima cittadina ha sottolineato ai 24 rappresentanti di Helsinki come le specificità produttive del distretto torinese, particolarmente specializzato nei comparti dell’automotive e dell’aerospazio, e più in generale nel campo delle tecnologie, dispongono di un know-how che l’amministrazione comunale – insieme agli altri enti territoriali e agli atenei – intende valorizzare e di come accordi in campo internazionale possono arricchire ulteriormente il territorio.
Attorno al lungo tavolo della sala storica, Sonia Schellino, assessora al welfare, ha illustrato agli ospiti del Paese baltico quanto la municipalità torinese sia impegnata ad assicurare alle fasce più fragili della popolazione torinese sostentamento e inclusione e di come sia proficuo lo scambio di buone pratiche con l’esperienza nordica.
“Parlare di welfare oggi soprattutto se si pensa alle città a dimensione di metropoli, implica il dover affrontare uno dei temi più delicati per la politica locale. Questo perché, da almeno un decennio, viviamo un periodo di grande difficoltà a causa di una crisi economica i cui effetti si fanno sentire su larga parte della popolazione, senza distinzione di età – ha detto Sonia Schellino – . A Torino, come nelle altre grandi città italiane, insieme a chi vede il proprio reddito ridursi all’osso, sale anche il numero delle persone che per età anagrafica e cattive condizioni di salute ha sempre più bisogno di essere assistito, sia domiciliarmente sia in strutture attrezzate”.
Torino è una metropoli in cui i servizi socioassistenziali rappresentano un modello a livello nazionale. Ma al tempo stesso, è una città in cui non è difficile incontrare persone che fanno fatica ad arrivare alla terza settimana e che, non di rado, sono le stesse che devono sopportare lunghe attese per ricevere cure sanitarie o sostegno socioassistenziale: “Il capoluogo piemontese, di fatto, possiede una doppia identità e una delle due, quella che soffre, è rappresentata dalle periferie, che non sono solo le fisiche, ma soprattutto quelle esistenziali. Ecco, da questa differenza, da questo strappo è partita la nostra sfida per fare del welfare uno strumento che possa concretamente contribuire ad abbattere le barriere sociali, ogni forma di emarginazione e a garantire per tutti una qualità della vita quantomeno dignitosa. Le politiche sociali possono e debbono aiutarci a guarire questa ferita e a cucire lo strappo che oggi divide la nostra comunità cittadina”.